Non so come mi sia sfuggito questo volume di Warren Ellis stampato già nel
settembre 2013. Forse a suo tempo l’avrò ordinato ma la distribuzione avrà
fatto cilecca, ma non è da escludersi che all’epoca abbia preferito risparmiare
14 euro dato il periodaccio. Comunque adesso l’ho recuperato.
Jack Cross è un thriller spionistico che a tratti mi
ha ricordato la serie televisiva 24.
L’anonimo John viene richiamato in servizio come “Jack Cross” per una missione
che coinvolge una cellula impazzita di agenti della CIA, che dalla roccaforte
di Saddam Hussein recuperò un’arma sperimentale, un DSN (dispositivo di
squilibrio neurologico), per utilizzarlo guarda caso proprio durante una
manifestazione pacifista a San Francisco organizzata dallo stesso John/Jack.
“Jack Cross” indaga con metodi brutali e autoritari mettendo in luce non
tanto il marcio quanto la scarsa organizzazione dei servizi di sicurezza
statunitensi, frammentati e in competizione tra di loro. Alcune azioni che compie
sembrano quasi sovrumane e chissà che l’epiteto «geneticamente sporco» che gli
affibbia un nemico non stia a indicare qualche origine fantascientifica del
protagonista.
Lato disegni, Gary Erskine è un disegnatore di quelli che piacciono a me:
realista, rigoroso, dettagliato. Purtroppo occasionalmente risulta un pochino
legnoso e i suoi personaggi sembrano essersi messi in posa forzata. È
straniante, poi, vedere che ha riciclato le stesse identiche inquadrature anche
a distanza di una sola pagina. Ovviamente non è da escludere che siano scelte
volute per dilatare il tempo percepito dai personaggi, come avviene in effetti
anche con l’altro espediente di passare ai raggi x certe sequenze.
Jack Cross è una lettura piacevole, più a livello
concettuale che spettacolare, che mi è sembrato non abbia esaurito in questi
quattro episodi tutte le sue potenzialità: ci sarebbe da far luce sul passato e
sui genitori di John/Jack, introdotti a malapena, così come sul suo rito
autolesionista. E infatti apprendo da una rapida ricerca su internet che questa
prima parte avrebbe dovuto essere l’introduzione di una serie che poi non è più
partita. Peccato.
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