Continua la saga de Le Torri di
Bois-Maury e con essa il periplo di Aymar. Penso che ci sia poco da dire
sulle trame a ancor meno sulla qualità del fumetto vista la mole di edizioni e
ristampe che ha meritatamente conosciuto in Italia.
A volo d’uccello: in Reinhardt Aymar
e Olivier si trovano coinvolti in una truce storia di successione dinastica
insieme a un cavaliere crociato, in Alda
si riannodano i fili coi primi volumi in un castello retto da un demente senile
raggirato da furfanti e in Sigurd è
di scena una originale storia di fantasmi norreni.
Questa edizione della Mondadori è per me irrinunciabile perché finalmente
sono riuscito a leggere i volumi in maniera organica e continuativa, altro che i
numeri sparsi de L’Eternauta recuperati
a distanza di anni l’uno dall’altro e la pessima versione su Skorpio che forse saltai del tutto visti
i tremendi risultati di stampa.
Così sono finalmente riuscito a cogliere alcune cose che mi erano del tutto
sfuggite dalle frammentarie letture precedenti: il tono sarcastico (rivolto in primis al protagonista) e la continuity molto precisa della serie.
Insomma, più che una rilettura per me questa versione Mondadori è come se fosse
la prima vera lettura.
Anche perché leggere i singoli volumi tutti d’un fiato mi ha permesso di
capire molto meglio le trame dei singoli episodi visto che Hermann, mannaggia a
lui, ama molto i sottintesi e i dialoghi sospesi o proprio troncati.
È anche vero che l’accostamento dei singoli episodi in un unico volumone
mette in evidenza le differenze a volte molto marcate nella colorazione.
Fraymond mi pare che qui non compaia, ma d’altra parte mi sembra che in questa
fase della serie non fosse ancora intervenuto Pahek. Non è da escludersi che lo
stesso Hermann si sia dedicato in prima persona ai colori, anche se le pesanti
pennellate a tempera di Reinhardt
sono ben lontane dagli spettacolari esiti che otterrà con gli acquerelli.
Comunque il volume è imperdibile ben oltre le ragioni che mi riguardano: le
storie sono avvincenti (per quanto Reinhardt
e Sigurd indugino troppo nel
sovrannaturale per i miei gusti), i personaggi originali e Hermann è un eccellente
narratore grafico, per quanto come disegnatore sia a volte veramente carente.
Un volume eccezionale in cui perdersi nelle suggestioni che ha saputo creare –
disegna le donne come mostri ma sa rendere le architetture e i panorami come
nessun altro.
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