venerdì 20 marzo 2015

Panini Comics Presenta 44 - America's got Powers 1



Temevo il peggio. Lo spunto di partenza di questo fumetto, un reality show per supereroi, oltre a essere banale (prima cosa che mi è venuta in mente: i Thunderbolts di Ellis e Deodato Jr.) mi sembra una sonora minchiata. Preso quindi solo per i disegni del redivivo Bryan Hitch, l’ho trovato meglio del previsto.
America’s got Powers è in ogni caso una rimasticatura di idee e concetti preesistenti e già sfruttati altrove ma è stata comunque una lettura non sgradevole.
«Diciassette anni fa», come scritto nell’incipit, a San Francisco è caduta una misteriosa pietra che ha fornito di superpoteri i nascituri (vedi Rising Stars di Straczinsky) che nel corso degli anni sono stati inseriti in un progetto di studio per saggiarne i poteri (vedi Supreme Power sempre di Straczinsky) che si è concretizzato nel reality show del titolo (vedi New Warriors pre-Civil War), in cui devono affrontarsi e superare prove molto violente rimettendoci non di rado le penne (vedi una caterva di film d’azione anni ’80) mentre vengono valutati da supereroi più interessati al merchandising che alle gesta eroiche, forse eroi solo di facciata (vedi X-Force di Milligan) allo scopo di entrare a far parte dell’unica squadra ufficiale di supereroi americana (vedi The Boys di Ennis). Ovviamente c’è sotto qualcos’altro e sicuramente i militari ci hanno messo lo zampino (vedi Ultimates di Millar). Il giovane Tommy Watts, nonostante sia stato irradiato dalla pietra pure lui, non ha nessun potere e conduce una vita abbastanza grama nel ricordo del fratello che invece morì misteriosamente proprio quando stava per vincere una edizione del programma: ma sarà proprio lui a salvare la situazione rivelando (oddio, per adesso facendo intuire) la sua vera natura quando il gioco andrà fuori controllo e metterà a rischio anche la vita degli spettatori (vedi Cenerentola e in generale tutte le fiabe).
Nonostante la pesante impressione di déja vu e alcuni elementi forse troppo legati alla cultura statunitense come la spettacolarizzazione ossessiva degli eventi, America’s got Powers è una lettura scorrevole e abbastanza piacevole.
Ai disegni Bryan Hitch fa un lavoro spettacolare, non lesinando sui dettagli e sulla ricerca delle inquadrature e delle pose più originali. Ovviamente con uno stile così realistico e meticoloso come il suo gli occasionali e fisiologici cedimenti risaltano di più che nelle tavole di colleghi meno bravi (cioè praticamente tutti gli altri) ma sono un prezzo molto basso da pagare per godersi queste tavole.
Peccato che il formato brossurato, sicuramente più elegante di un semplice spillato, renda difficile (o deleterio per la conservazione del fumetto) godersi le molte tavole doppie.
Nonostante le previsioni si continua.

4 commenti:

  1. Oh Luca, devi rallentare, leggi troppo veloce e io non posso leggermi le tue recensioni perché assolutamente voglio evitare qualsiasi spoiler, poi me le devo recuperare tutte in seguito. Oh Luca, devi rallentare, il Bradi Pit non ti ha insegnato niente?

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  2. E' il ritmo frenetico della rete, bisogna stare sul pezzo... e sono ancora indietro con la tabella di marcia per Michel Vaillant e Zenith. Comunque spoiler non ne metto se non opportunamente criptati.

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  3. Mi hai segnalato una cosa... che sicuramente salterò :D

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  4. Oddio, io pensavo di prenderlo... Dai, se è così ammmerrricano magari mi piace :)

    Moz-

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