Con la placida e compiaciuta flemma che contraddistingue le edizioni Magic
Press è arrivato in fumetteria anche La
Pro, ordinato talmente tanto tempo fa che ne avevo perso il ricordo.
La trama, o almeno l’ambientazione, è facilmente intuibile dal titolo o
almeno dalla copertina: una cameriera che arrotonda facendo il mestiere più
antico del mondo (la prostituta, non il fumettista) si ritrova con dei
superpoteri e affronta alcune minacce tipiche del genere con il suo piglio non
convenzionale insieme alla Lega dell’Onore, supergruppo riluttante ad avere
nelle proprie fila un personaggio così pittoresco e sboccato.
È disarmante vedere come uno spunto tutto sommato simpatico (ma le origini
della Pro sono quasi le stesse del Capitano di Nextwave) sia servito semplicemente per presentare un’altra
variazione sul tema dei supereroi, come se le figure archetipali qui rievocate
non fossero già state oggetto di innumerevoli citazioni. Sarà pure divertente e
azzeccata la parodia dell’Osservatore della Marvel ma francamente quando ho
visto l’ennesima reinterpretazione della Justice League (che palle!) mi son
cadute le braccia. Per quanto sia ricca la lingua inglese dovrà pur arrivare un
giorno in cui non si troveranno più sinonimi di Amazzone o Velocista o Paladino
e gli autori cominceranno a inventarsi qualcosa di nuovo senza riciclare i
cliché di 70 anni fa.
Va poi detto che alcune gag sono anche divertenti (rimanendo nel genere di
Garth Ennis: culi sfondati con oggetti di ogni tipo, schizzi di sperma mortali,
ecc.) ma il moralismo a buon mercato e i vaghissimi accenni di critica sociale
lasciano veramente basiti per la loro gratuità e inadeguadezza, manco Ennis
dovesse per forza timbrarci il cartellino. Trovo poi ipocrite le frecciatine
che lo sceneggiatore lancia ai suoi stessi lettori paganti appassionati di
supereroi, a cui se ho ben capito è dedicata la battuta finale. C’è poco da
fare lo spiritoso visto che alla fine questo The Pro non è altro che un ennesimo What If o Elseworld considerato
anche che come fumetto è poco più trasgressivo ed esplicito di un qualsiasi
altro comic book, e lontano migliaia di anni da quello che si vedeva in Italia
su Frigidaire negli anni ’80 e in
Francia su L’Echo des Savanes e Metal Hurlant negli anni ’70.
L’obbligata autocensura a cui è costretto La Pro ne vanifica ovviamente anche tutte le possibilità come
fumetto pornografico, pur se presenta qualche idea interessante – ma la dea
Kalì masturbatrice se l’erano già inventata gli autori di un episodio de La Poliziotta che si trova in rete.
Ai disegni Amanda Conner è un po’ discontinua. È chiaro che virando
massicciamente sul comico il suo stile non debba per forza badare troppo alle
proporzioni e alla correttezza anatomica, ma occasionalmente qualche immagine è
veramente troppo deforme. Credo che il suo inchiostratore (e marito, se non
ricordo male) Jimmy Palmiotti sia stato determinante nel salvare più di una
tavola dall’inedia grazie ai suoi neri pieni e alla modulazione sapiente del
tratto stante la quasi totale assenza di dettagli. Di sicuro si vede molto di
peggio sul mercato americano.
In ultima analisi, un volumetto consigliato ai soli appassionati di
supereroi.
Lessi qualche numero tempo fa. Non mi dispiacque, ma non mi venne la molla di continuarlo.
RispondiEliminaIn che senso "qualche numero"? Mi risulta che anche in America sia uscito come volume unico.
EliminaIo ricordavo che questo volume fosse uscito qualche anno fa. O forse la Magic lo annunciò ed è uscito solo ora. Boh. In ogni caso mi ricordo di aver letto una decina di pagine in anteprima. Devo ammettere che questo Ennis non mi piace granché. Da questi suoi scritti non ti aspetti nulla, se non qualche risatina. Poi lui non ha mai fatto segreto di "snobbare" i supereroi in calzamaglia, ma in tutte le sue opere non fa che strizzare l'occhietto a quel mondo. A parte sulla serie Enemy Ace (che infatti non è male).
RispondiEliminaL'Ennis di Preacher (ma anche solo di Hitman, tanto per intenderci), non si è più visto.