venerdì 4 agosto 2017

Historica 58 - La compagnia del Crepuscolo 2: L'ultimo canto di Malaterra

Oh, finalmente si ragiona. Non più fumetti di guerra ma un gioiellino targato Bourgeon a un anno esatto di distanza dal primo tomo.
Alla fine tutti i nodi vengono al pettine in questo corposo volume diviso in quattro lunghi capitoli più un epilogo. All’inizio della vicenda Mariotta incrocia il suo cammino con dei saltimbanchi e un cacciatore di lupi mannari che saranno gli elementi portanti della prima metà della storia, ma tutta la vicenda tenderà verso l’appuntamento con il destino che attende il Cavaliere al castello di Montroy, e infatti i quattro capitoli sono nettamente divisi tra i primi due che si svolgono nel villaggio di Montroy e gli altri che hanno luogo all’interno del castello.
La narrazione è spesso frammentaria ed ellittica (non viene spiegato subito quale sia stato il crimine di Mariotta alla lavanderia, e in precedenza al lettore non vengono dati molti elementi per dedurre che si è sostituita all’Aniceto per visitare il monastero), ma anche questo è il suo fascino.
La visione del Medio Evo e più in generale dell’umanità è decisamente pessimista, e Bourgeon approfitta dell’intrecciarsi di reale e fantastico (quest’ultimo praticamente solo evocato rispetto alla preminenza che aveva negli episodi precedenti) per azzardare delle metafore su alcune storture della Storia, ad esempio le persecuzioni degli ebrei. Probabilmente le due pagine dell’epilogo sono servite all’autore per smorzare un po’ la tragedia in cui sono stati coinvolti molti dei protagonisti e offrire un po’ di consolazione al lettore.
Graficamente Bourgeon si conferma il disegnatore meticolosissimo che si era rivelato con I Passeggeri del Vento: davanti ai suoi panorami dettagliatissimi, alle architetture mozzafiato e alla splendida resa degli animali, poco importa che le figure umane siano poco espressive e dinamiche o talvolta proprio deformi. Dalle minuscole annotazioni con cui Bourgeon segnala occasionalmente la data di realizzazione di una tavola si può dedurre che per completarne una gli ci vogliano almeno tre giorni, e francamente la cosa non mi stupisce.
Peccato per i fuori registro che occasionalmente rovinano la resa di alcune tavole – meglio quelli, comunque (anche se non sono proprio pochi), che la stampa dentellata dovuta alle nuove tecnologie.

8 commenti:

  1. Adoro la narrazione ellittica e vivo per i fili pendenti che il narratore dimentica di annodare e La compagnia del Crepuscolo è un titolo che ha un suo fascino, ma panorami dettagliatissimi ed architetture mozzafiato di un disegnatore meticolosissimo di figure umane poco espressive e dinamiche non mi intrigherebbero nemmeno se la temperatura fosse inferiore ai 39 gradi. Attenderò che qualcuno proponga lo stesso plot con un tratto alla Reg Smythe ed un ritmo da fumetto Bianconi. In b/n tascabile come il tuo amato Il Precedentemente Vivo Ed Ora No. Ciao ciao. Graz.

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Ma tu sei riuscito a capirci qualcosa? Per me è stato già difficile non perdermi ne "La città glauca", ma questo, da quando entrano nel castello, l'ho trovato di una difficoltà estrema e ci ho capito poco. Pure se non ho mai amato troppo le didascalia e ho sempre desiderato un'opera sul medioevo così priva di compromessi, qui forse siamo un po' troppo oltre le mie capacità, eheh!

      A volte mi è sfuggito persino il senso di lettura di certe tavole. So che esiste un volume in Francia "Dans le sillage des sirènes" che dovrebbe aiutare a capire meglio il testo e soprattutto i numerosissimi riferimenti.

      In ogni caso, si resta incantati di fronte a certe tavole (quella con la mandria di buoi verso la fine, per esempio)..."L'ultimo canto di Malaterra" è forse il più bel volume di Bourgeon, anche se paradossalmente ci ho capito meno di quanto avrei voluto...

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    3. La trama è strettamente legata a degli avvenimenti a cui si è accennato nel primo episodio (non l'avrei mai detto, e francamente non me li ricordavo nemmeno bene!), e che porteranno alla fine del Cavaliere. Anche io mi sono un po' perso col discorso dei cambi di identità tra la Mariotta e una delle sorelle, e sinceramente la figura della ragazzina vessata che porta l'acqua mi è sembrata un po' estemporanea ma da un certo punto in poi ho preferito lasciarmi abbandonare alla suggestione del volume senza farmi troppe domande!
      E' verissimo che Bourgeon, al pari di Hermann, preferisce una narrazione frammentaria ed ellittica, per capire cosa è successo in una data pagina devi decifrare i dialoghi di tre pagine dopo...

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  2. Io i primi due volumi del Crepuscolo me li ero riletti proprio prevedendo che pure questo malloppo sarebbe stato difficile, ma non è che la cosa mi sia poi stata di grande aiuto...come ai tempi de "La ragazza di Bois Cayman" mi sento un deficiente a pensarlo, ma a volte viene da pensare che forse Bourgeon sia talvolta più confuso che complesso, o quantomeno che questi due aspetti convivano. Un esempio su vari, pagina 77. In che ordine vanno lette le vignette? Chi è che parla con chi? Va bene la complessità, ma semplicemente in questo caso, nonostante la veste spettacolare, mi pare che ci sia alla base un problema di chiarezza. Hermann (almeno, nel ciclo di Bois Maury) richiede attenzione, tante cose le lascia all'immaginazione, non le mostra, non le spiega, ma alla fine dei giochi è di una chiarezza cristallina. C'è da dire che ha pure dialoghi meno fitti e meno allusivi o pieni di metafore - e manca quasi completamente di dimensione onirica o cose del genere. In ogni caso penso che prima o poi mi farò coraggio e rileggerò tutta la "Compagnia", magari un po' più velocemente, senza cercare di capire ogni singola allusione. Forse letto tutto insieme risulterà paradossalmente più chiaro...

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    1. Ho ridato un'occhiata alla pagina che hai indicato e in effetti la sua particolare architettura aveva spiazzato anche me in un primo momento. Io ho interpretato che alle vignette grandi che messe insieme danno le mura interne del castello seguono immediatamente i dialoghi nelle vignette quadrate più piccole poste in calce. Da una rapidissima rilettura mi sembra che funzioni.

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