Tornano in campo Ottaviani e
Purvis ma la loro nuova opera mi ha convinto meno della precedente.
Un Pensiero abbagliante è un lavoro
frammentario e con frequenti salti temporali (oltre che parecchie note che
rimandano ai mini-fumetti finali) e il taglio della sceneggiatura è
spiccatamente umoristico, per quanto possa essere consentito dal contesto. La
gestione dei tempi di Ottaviani è buona e la lettura è piacevole, ma vista questa
scelta di stile per così dire rilassata Purvis si è sentito autorizzato, o
forse in dovere, di buttarsi sul caricaturale che spesso finisce per essere
approssimativo e sgraziato.
Alla fine la lettura non è stata
sgradevole, ma il ritmo sincopato del fumetto conduce inevitabilmente in alcuni
frangenti all’aneddotica spicciola e allo sfilacciarsi di alcuni argomenti che
vengono ripresi anche a distanza di centinaia di pagine.
Come accennato, il volume
presenta in appendice delle mini-storie a fumetti, talvolta di una sola tavola,
che approfondiscono certi argomenti, e una di queste mi tornerà almeno utile
per i Fumettisti d’Invenzione. Inoltre Un
Pensiero abbagliante si pone quasi come volume gemello del precedente Trinity,
visto che parla incidentalmente del progetto Manhattan da un altro punto di
vista.
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