Il Cercatore parte in sordina: all’inizio le gag non mi hanno fatto ridere e anzi hanno fastidiosamente rallentato il ritmo della narrazione. Ma questo perché la storia doveva ancora carburare ed era più avvincente conoscere le origini di questo universo narrativo piuttosto che perdere tempo con le facezie. Dall’incontro con Ser Fruttini in poi, cioè dopo una decina di pagine, la verve di Ortolani deflagra e la storia diventa un turbine di trovate originali e di situazioni esilaranti. Ovviamente essendo sospeso tra il fantasy e il post-apocalittico Il Cercatore attinge a piene mani da più immaginari ben consolidati, ma al contempo elabora anche delle trovate originali come il misterioso deus ex machina Pepo. E il finale non delude.
In appendice una lunga testimonianza della genesi del progetto per voce dello stesso Ortolani, da cui si evince che era nato come sviluppo autonomo delle suggestioni avute dalla lettura de Il Signore degli Anelli.
Al di là della qualità e della quantità (116 pagine) del fumetto il volumetto merita i suoi 6,50 euro anche per la confezione visto che è grandicello, stampato su carta patinata e la copertina ha un paio di effetti (scritte in rilievo e superfici riflettenti).
L'avevo già letto sul Rat-Man Gigante, dov'era stato pubblicato a puntate, per questo non so se prenderà il volume singolo...comunque molto divertente :D
RispondiEliminaEh, sì, veramente divertente!
EliminaCercavo appunto qualche consiglio per leggere Ortolani.
RispondiEliminaRatman è sicuramente più caratteristico del suo stile, comunque anche con questo si ride.
EliminaIo sono un omino tristo e nemmeno il Leo nazionale mi fa ridere, ma ho sempre ammirato il suo storytelling. Ha ritmo. Racconta sempre una storia. Mi piacerebbe leggere cose sue senza gag. Uno spillato in b/n disegnato da Alberto Lavoradori o Alessandro Baronciani. La storia di un cartoonist vegano che ha appeso la matita al muro e fa l'ortolano, ma le sue creazioni vivono e parlano con lui che è considerato lo scemo del villaggio fino a quando dalla Tenebra non arriva una minaccia che solo un esercito di idee può contrastare. Miniserie di sei. Ciao ciao
RispondiEliminaOmino Origa
EliminaOmino Riga era il nome di lavorazione de La Linea di Osvaldo Cavandoli. Lo sanno in pochi, sagomaccia, ma immagino che tu abbia le tue fonti. Il primissimo Ortolani stava pensando ad un rilancio di OR ai tempi in cui pubblicava su Totem. Si sarebbe dovuto chiamare Mino Riga. Un cantante confidenziale in un mondo di urlatori. Dorelli solitario in mezzo ad un frappo di Celentanos. Mino sospirava in una lingua che capiva solo lui. Gli urlatori in ogni caso azzeravano qualsiasi suo tentativo di comunicare. Sequenze di due/tre vignette tutte su questa falsariga. Totem al tempo non aveva tabù, ma temeva che fosse un distillato difficile da assumere per il pubblico di Edika e quindi disse no. Pazienza.
RispondiEliminaHormiga Negra era invece un fumetto di Walter Ciocca.
EliminaVera Farmiga al provino per un cinecomic nomato Formica Nera - clone a basso costo di un paio di successi MCU - incontra un clone dell'Alberto Sordi/Pietro Chiocca di Finché c'è guerra c'è speranza che vende armi di distrazione di massa e cioè produce cloni a bassissimo costo di cloni a basso costo di cinecomics e si innamora di quella " cicala" per cui l'inverno non arriva mai e danza leggera sicura che tutto andrà bene, ma la Tenebra è in arrivo e la Cicala sacrifica al suo totem tutte le formiche che attraversano la sua eterna estate. Bonellide di 288 tavole tipo MaxiZagor di Chiaverotti/Furnò. Olè!
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