giovedì 19 novembre 2020

The Doomsday Machine #3

Siccome i primi due numeri di questa rivista “atompunk” erano arrivati in fumetteria a distanza di un mese l’uno dall’altro disperavo di vedere il terzo che latitava appunto da circa un mese sulla tabella di marcia che mi ero creato in testa. Che lo avessero esaurito? Che il distributore fosse cambiato? Che mi fossi scordato di ordinarlo in fumetteria? Pericolo rientrato: semplicemente hanno spedito il 3 insieme al 4.

Questi i contenuti del terzo numero: White Buffalo di Mauro Di Stefano racconta una caccia al bisonte post-atomico con molta azione e un simpatico finale. Purtroppo i disegni di Luigi Consolante sono ancora molto acerbi.

Joyland di Paul Rizzo è ambientato in un parco dei divertimenti contaminato e ha una bambina per narratrice e protagonista. Si tratta di una classica storia dal finale a sorpresa basata sulle percezioni del narratore; probabilmente non è originalissima ma è ben scritta e si legge con piacere. Ai disegni Mirko Fascella adotta uno stile umoristico: scelta legittima che oltretutto addolcisce un po’ l’atmosfera di una storia altrimenti troppo straziante. Però avrebbe dovuto elaborare di più le sue tavole, che sembrano quasi ingrandimenti da un formato più piccolo.

Chiude questo terzo fascicolo Il Dio Atomico del Mondo Nucleare di Massimo Rosi, una parabola radioattiva desolata in cui un santone cerca di portare la parola di Dio ai mutanti. Splendidi i disegni a mezzatinta di Ignazio Piacenti.

In appendice ci sono due pagine di finti annunci pubblicitari a tema, che più che alla fantascienza guardano all’horror. Una trovata già vista altrove ma comunque simpatica.

Un altro numero quantomeno interessante, anzi pienamente soddisfacente, in cui la libertà concessa agli autori permette di presentare un ventaglio molto ampio di atmosfere e stili diversi. Bella la copertina, ma non ho capito chi l’ha disegnata.

19 commenti:

  1. Consolante la altrimenti troppo straziante caccia al distributore. Rizzo Rosi cerca di portare in finale la percezione di uno stile contaminato di piacere. Una parabola di libertà protagonista.

    Non ci crederai, ma quando ho portato come incipit del mio romanzo su di un nuotatore che rischia di arrivare tardi alla gara perché non ha benza nel serbatoio dell'auto, il mio editor mi ha spiegato per filo e per segno perché è ora che la smetta di credermi un algoritmo senziente. Cattivo.

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  2. Nel n. 5 ci sono quattro storie e nel n. 6 ben cinque; tutto a prezzo invariato!! Termina il periodo atompunk e dal n. 7 ne inizierà un altro.
    Ho preso altre pubblicazioni del Leviathan Labs e mi sono piaciute (Gaijin salamander, già commentato nel blog e Barbarian King, finito di leggere ieri).

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    1. Beh, aumentano le storie a fumetti ma immagino che le pagine siano sempre quelle!
      Anch'io ho visto gli altri fumetti della Leviathan Labs sul sito, chissà...

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  3. Perdonate la crassa ignoranza ma ho alcune domande:
    1) Questa è una rivista italiana di autori italiani o arriva dal mercato anglo-american-pakistano?
    2) Così ad occhio, la direste più simile alla 2000 A.D. degli anni 80 o alla Cyborg degli anni di che belli erano i film?
    3) Cos'è un fumetto?
    4) Snoopy ha finalmente abbattuto il barone rosso?

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    1. 1) autarchica. Ma coi nomi che vedrai sul quarto numero è evidente che hanno esteso il loro raggio d'azione.

      2) è un albo di 32 pagine patinate in bianco e nero. Fai un po' tu.

      3) è il tipico brodo di pesce, tra l'altro credo sia pure tipico delle tue parti.

      4) non lo so.

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    2. Il numero cinque ha 48 pagine, il sei ne ha 60 e costano sempre 2,99.

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    3. Beh, ancora più lodevoli. Ma tu hai qualche forma di abbonamento o li ordini direttamente dal loro sito? Io aspetto che passino sull'Anteprima, senza la quale manco ne avrei scoperto l'esistenza.

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    4. Durante i giorni di Lucca, i leviatani facevano sconti su tutto il catalogo e ne ho approfittato per prendere Barbarian king (tre volumi e uno spin-off) e i due Doomsday. Con mia sorpresa mi hanno mandato il "cofanetto" (una semplice scatola di cartone, come quelle delle scarpe), in bella vista nella foto che ho messo sul blog, contenente anche l'artbook di Conan in regalo.
      Un'altra novità è che dal n. 5 il curatore della rivista è il fumettista Roy.

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    5. Tra l'altro il cofanetto si intravede anche in uno dei video che hai caricato. Video in cui sfoggi giustamente orgoglioso "Il Grande Sogno" di Vecchioni in versione deluxe.

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  4. Snoopy ha abbattuto il Barone Rosso nel numero otto ( inedito ) della prima serie di Cyborg. Come probabilmente ricorderete nei primi sette numeri della prima serie pubblicata da Star Comics ( lo spillato insomma ) Onofrio Catacchio omaggiava il Tex Nazionale. Nel numero otto un cartoonist di cui non sono riuscito con sicurezza a ricostruire la identità - ha qualcosa della Ghermandi dello Helter Skelter semplificato come il Fara dei Folli del Presidio nei primi sette spillati - ipotizza un cyberspazio che oggi è tenero ( era il 1991 ) in cui il cucciolo filosofo ferma il barone che naturalmente è un virus. Non posso spiegare come ho potuto mettere le zampette sui nn otto e seguenti ( materiale che sarebbe arrivato grossomodo alla "discesa in campo" di un noto Tycoon nostrano ) perché sarebbe la autodenuncia di un reato. Dico solo che mentre aprivo la scatola e cavavo le tavole, mi è parso di vedere in un angolo l'Arca della Alleanza...ciao ciao

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    1. Se il numero otto lo hai letto su Terra 2 non vale. Qui su Terra 1 non sono andati oltre il 7.
      Helter skelter mi piaceva, era bello per i disegni.
      Era un tentativo di trasportare Jak Mandolino nel cyberspazio, ma non si era capito che l'universo di Lisca di Pesce era di per sé molto più neuromantico e virtuale di quello di William Gibson.

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    2. La seconda serie però arrivò proprio a otto uscite. Helter Skelter della Ghermandi c'era già prima?

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    3. Sì, Francesca Ghermandi è anche nella prima serie. Gli spillati Star. Jac è stato cyberpunk prima di te ( cit. Enrico Ruggeri che a sua volta interpretava una cover ndr ) e di me e di chiunque e tutti gli dobbiamo qualcosa per il solo fatto di aver inventato nomi come Microciccio Spaccavento. Nemmeno Altan con il suo Zorro Bolero è andato così a ovest di Paperino.

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    4. Sì, fin dal primo numero star comics se ben rammento.
      Della seconda serie presi solo il primo, a posteriori penso che ho fatto male, ma per me Ramarro non si poteva leggere, bisognava solo guardare i disegni sbianchettando le nuvolette tanto era brutta la storia.
      Anche la prima serie comunque non rientrava troppo nelle mie corde, la comperavo per sostenere il progetto.

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    5. Sì, spillati e non brossurati così si distinguevano dalla Playpress, almeno fino a StarMagazine e KappaMagazine.
      Basta per oggi, mi sembra di essere il The last cop dei fumetti, mi vengo a noia da solo.
      Magari domani vado a sentire se c'è questa Doomsday Machine nell'UNICA fumetteria del mio paesello sperduto.

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    6. Capisco benissimo l'esistenza di un'unica fumetteria in quel di Lucca, anzi mi sembra già una di troppo: a Lucca il fumetto è sinonimo di cultura, mica di business.

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    7. Provocatore.
      https://it.wikipedia.org/wiki/Antifrasi

      Ora vado a sentire se la rivista è disponibile alla fumetteria "Il Monopolista", ammesso che sia aperta.
      Vorrei prendere il n. 6. Se mi dicono che devo ordinarli tutti li mando affanCyborg.

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