domenica 13 settembre 2020

The Doomsday Machine #2

La seconda uscita di questa interessante rivista atompunk mantiene le promesse della prima, anche se l’impatto grafico mi ha inizialmente spiazzato.
Hero, scritto da Massimo Rosi e disegnato da Giulio Ferrara, apre le danze. La storia vede un guerriero postatomico difendere il suo prezioso tesoro di un’epoca passata da un’orda di predoni che invadono la sua villa. L’idea è abbastanza carina ma i disegni troppo espressionisti finiscono per diventare confusi. Sicuramente i volti sono espressivi, ma la lettura ne risente. Persino un negazionista dello storytelling come me deve ammettere che la sequenza in cui il protagonista si becca una freccia non è “narrata” bene, perché il disegno non dà il giusto risalto alla ferita che sarà alla base di un importante dialogo finale. Nella vignetta conclusiva non si capisce nemmeno bene cos’è il misterioso tesoro, disegnato con questo stile – e questo dovrebbe essere il colpo di scena finale! Lo humour nero di Rosi non fa comunque rimpiangere la lettura.
A seguire Wassup, Doc?, i cui disegni pupazzosi (anche se virati sul dark e a volte simili a xilografie) non promettevano niente di buono. In realtà sono funzionali alla trama, anzi quasi necessari, perché la storia è una rivisitazione in chiave postatomica dei cartoni animati della Warner Bros. Un ragazzo che vive nel sottosuolo vuole raggiungere Wonderland, un parco divertimenti di un’era passata. Il suo elmetto, i suoi atteggiamenti e altri dettagli lo rendono molto simile a Bugs Bunny; il Doc del titolo è la papera giocattolo con cui parla e si muove. Molto bello il finale che a seconda dell’umore del lettore può essere visto in chiave positiva o disperata. Gli autori hanno usato degli pseudonimi per firmare Wassup, Doc?, forse ulteriori omaggi ai cartoni: «Roy» per i testi e «Vyles» per i disegni.
Per finire Humanity, scritto da Giovanni Barbieri (quello che si firmava «l’anemico» su Fumo di China?) e splendidamente disegnato a mezzatinta da Francesco Biagini. In un mondo devastato dall’arrivo di mostri che l’hanno piegato in pochissimo tempo e che nessuno ha visto Barry incontra Hope e insieme cercano di lasciare la città per trovare rifugio altrove. Per chi ha confidenza col fumetto “modello Lanciostory” il colpo di scena finale è abbastanza intuibile, Humanity è comunque godibile e appagante anche grazie alla bellissima prova di Biagini.
Nel complesso una lettura più che valida, spero che nei prossimi numeri la qualità rimanga su questi livelli.

4 commenti:

  1. Roy e Vyles sono nomi già usati per altri fumetti
    https://poplitefumetti.blogspot.com/2020/06/ultime-letture-sympathy-for-demon.html

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    1. Grazie della precisazione. Qui mi pare che Vyles renda di più rispetto a Sympathy for the Demon.

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    2. Spesso la presenza di un editor serve

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