mercoledì 17 settembre 2025

Tex Stella d'Oro 41: Lozen nata dalla tempesta

Storia dal sottofondo sovrannaturale, anche se molto è lasciato all’interpretazione del lettore. La protagonista eponima è infatti una Chihenne (non è un refuso per Cheyenne ma il nome di un’altra tribù) che ha ottenuto in una notte di tempesta due doni, il potere del cavallo e quello della guerra: il primo le permette di parlare con gli equini, il secondo di percepire la presenza dei nemici. Non si tratta di una squaw qualsiasi ma nientemeno che della sorella di Victorio, un personaggio (realmente esistito, se non erro) già apparso nella saga di Tex in un ciclo di Gianluigi Bonelli e Guglielmo Letteri, come ci ricorda Davide Bonelli nell’introduzione.

Tex dal canto suo deve risolvere il problema di un sedicente profeta indiano aspirante capopopolo che vuole sobillare gli altri nativi in occasione di una “danza degli spiriti”. Al rito dovrebbe partecipare anche Lozen e quindi il corrotto tenente Cruse è interessato a prendervi parte non per smorzare focolai di rivolta come Tex ma per catturarla e venderla a chi vuole farsi dire dove si trova il mitico tesoro di suo fratello Victorio. Tex e Tiger Jack giungono sul posto che i militari hanno già provveduto a massacrare i testimoni e quindi si risolvono di andare a liberare Lozen, catturata da Cruse col fondamentale aiuto del suo scout Enapay. Il “compratore” sarà Terrazas, un colonnello messicano che a suo tempo sconfisse Victorio ma non riuscì a farsi dire dov’era il tesoro perché uno dei suoi soldati lo uccise.

Poteri o non poteri, Lozen è capacissima di difendersi da sola e poco dopo metà volume non solo si libera ma ammazza pure Terrazas! Ovviamente Tex arriverà comunque in suo soccorso, e insieme decidono che il comportamento di Cruse va denunciato e punito. Al contempo, Tex dovrà fare da paciere ed evitare che si scateni l’ennesima guerra indiana, ma alla fine quella che doveva essere una missione diplomatica si tramuta nella scorta di ciò che rimane della tribù di Lozen verso il Messico.

L’assunto di base è senz’altro originale e l’architettura della trama è costruita con avvedutezza: Tex e Tiger Jack giungono sul luogo del rito con calcolato e giustificato ritardo per innescare gli eventi. Quello che manca a questa storia è l’azione, concentrata quasi esclusivamente in una lunga sparatoria – ma ovviamente per qualche lettore non sarà un difetto. E nonostante Luca Barbieri gestisca bene la dimensione “alla francese” rispetto ad altri nomi eccellenti che hanno lavorato su questa collana forse certe sequenze sono state risolte in maniera troppo affrettata. Ma d’altra parte la foliazione di questi volumi è sempre quella, da lì non si scappa.

Così a occhio mi pare che questo episodio trasudi di citazioni dal passato che faranno la felicità dei lettori storici ma che mi hanno un po’ frustrato, come se Barbieri si rivolgesse a un circolo di iniziati. Mose, Nana, Webster, Dirty Willy… sono effettivamente volti noti o li ha creati ex novo? Dei rimandi in nota, così invisi ad alcuni lettori, qui ci sarebbero stati proprio bene.

Senza abbandonarsi a virtuosismi Pasquale Del Vecchio confeziona delle belle tavole prestando particolare attenzione agli aspetti naturalistici, ben servito dai colori ricchi ma non coprenti di Laura Piazza.

Nota di colore: dall’introduzione di Davide Bonelli apprendo che questi volumi cartonati a colori sono chiamati in redazione «Texini»!

2 commenti:

  1. Nana era comparso nella storia di Bonelli e Lettieri sul tesoro di Victorio, inoltre la battaglia della vicenda non è frutto della fantasia di Barbieri, ma è veramente accaduta ed è avvolta nella leggenda...

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    1. Grazie delle informazioni, qualche noticina nel volume non ci sarebbe stata male.

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