lunedì 4 luglio 2016

Yoko Tsuno Integrale 1 e 2

Alla fumetteria dove l’avevo ordinato mi hanno detto che sono passati tanti mesi prima dell’arrivo del primo volume perché Pan Distribuzione ha cambiato il tizio che si occupava degli arretrati (ma quando lo avevo ordinato non era certo un arretrato…), un amico dice di aver visto una copia mesi fa in fumetteria, evidentemente venduta a mia insaputa…
Sia come sia, finalmente è arrivato insieme a una caterva di altra roba il primo numero dell’Integrale di Yoko Tsuno, e visti tutti i mesi passati prima della sua comparsa ha fatto in tempo ad arrivare pure il secondo!
Oltre che una piacevole lettura Yoko Tsuno è stata una sorpresa, o meglio una serie di sorprese: per cominciare la protagonista non è un’adolescente e tanto meno una bambina come alcune immagini potevano far pensare, non corrisponde allo stereotipo dell’orientale riflessiva (anzi è una donna d’azione) e soprattutto ho scoperto che in origine non era nemmeno la protagonista della serie ma solo la spalla dei due reporter/produttori/cameraman Vic e Pol.
Questa collana di Integrali non è cronologica ma tematica, quindi gli episodi non vengono presentati secondo ordine di pubblicazione ma a seconda dei temi trattati e delle ambientazioni. Se nel primo, Dalla Terra a Vinea, il gap temporale tra i volumi è relativamente contenuto (gli episodi raccolti sono il primo, il terzo e il sesto) nel secondo, Avventure tedesche, passa oltre un decennio tra il primo episodio raccolto, il secondo della serie: L’Organo del Diavolo, e il quattordicesimo, Il fuoco di Wotan. Chiaramente NonaArte si è rifatta alla collana omologa confezionata da Dupuis, da cui sicuramente ha preso anche gli interessantissimi redazionali, ma non è certo un problema se le storie non vengono presentate nell’ordine cronologico visto che la saga pur avendo una continuity generale con personaggi che ritornano periodicamente non presenta episodi collegati o storie divise in più volumi.
È invece un po’ un peccato che tra gli episodi raccolti non compaiano le quattro storie brevi che come da consuetudine servirono sulla rivista belga Spirou per saggiare il gradimento dei lettori e decidere se era il caso di promuovere il nuovo personaggio agli album lunghi. Ma anche qui la responsabilità va cercata a monte nell’edizione originale.
Anche Leloup è vittima della maledizione del sesto dito
Tra i personaggi presentati nei vari Integrali Yoko Tsuno è quello più recente essendo nata appena nel 1971. Le sue storie sono di genere fantascientifico o mystery in cui l’aspetto investigativo ha un grande peso e in cui l’umorismo è molto limitato. Leloup ha fatto da assistente ad Hergé e Jacques Martin e si vede: i suoi sfondi e i suoi particolari tecnici sono dettagliatissimi e veramente splendidi, un vero piacere per gli occhi.
La lettura ravvicinata dei due Integrali mi ha permesso di seguire l’evoluzione dello stile di Leloup e in effetti all’inizio la protagonista era piuttosto diversa da come sarebbe stata rappresentata negli episodi più recenti. Inizialmente Leloup ne fa una specie di dark lady austera e volitiva (ma l’impatto di vederla esordire come ladra sarebbe stato diverso se avessimo letto le prime storie brevi e la conoscessimo già!) ma già nel secondo episodio comincia quel processo di riduzione della chioma e di aggiustamento del taglio degli occhi che la renderà molto più aggraziata e giovanile – fino a renderla successivamente un po’ leziosetta da quello che ho potuto vedere.
Come dicevo sopra, le sue storie sono principalmente delle indagini che Yoko intraprende insieme agli amici Vic e Pol per la loro società di audiovisivi. Nonostante l’attenzione ai dettagli e la cura documentaristica, Leloup crea delle situazioni esoteriche o fantascientifiche a volte un po’ improbabili ma una volta sospesa l’incredulità il fumetto si legge con grande piacere e avvince come pochi.
Nel primo Integrale viene raccolta una trilogia dedicata al pianeta Vinea: ne Il trio fantastico Yoko, Vic e Pol scoprono l’esistenza di una razza aliena che vive sotto terra esiliata da un pianeta morto; in La fucina di Vulcano degli scavi petroliferi rischiano di far scoprire la razza dei Vineani causando un cataclisma e ne I tre soli di Vinea il trio andrà nientemeno che nello spazio e contribuirà alla rinascita del pianeta Vinea.
Il secondo Integrale, come è chiaro sin dal titolo Avventure tedesche, è ambientato in Germania e ha come fil rouge la presenza come coprotagonista della bella organista Ingrid Hallberg: L’Organo del Diavolo è una storia forse non molto fluida ma veramente avvincente e suggestiva, in cui un gigantesco organo da chiesa diventa un’arma; Le frontiere della vita (o La frontiera della vita, quelli di NonaArte erano indecisi su come tradurre il titolo) inizia come storia di vampiri per poi svelare una trama medico-spionistica di quando ancora c’era il muro di Berlino; Il fuoco di Wotan è una spy story in cui Yoko dovrà impedire l’utilizzo di un’arma fantascientifica.
L'evoluzione del tratto di Leloup verso la leziosità nel quattordicesimo volume
A seconda delle ambientazioni che sceglie Leloup è efficacissimo nel creare un grande sense of wonder nelle storie fantascientifiche o a fare montare la tensione in quelle esoteriche/investigative.
Come nel caso degli altri Integrali, oltre ai fumetti in sé i volumi offrono dei ghiotti redazionali con i retroscena della creazione delle storie (Leloup è un maniaco che spende mesi in documentazione, e si vede) e testimonianze dirette dello stesso autore: forse sarebbe stato meglio non riportare l’origine del nome Vinea e del colorito azzurro dei suoi abitanti… La carriera stessa di Roger Leloup assume contorni appassionanti, visto che dopo vent’anni passati da anonimo assistente (anche per Peyo) gli viene finalmente data una occasione che però si concretizzerà solo dopo alcune false partenze e correzioni di tiro fino a ottenere il grande successo con Yoko Tsuno, praticamente l’unico personaggio che ha creato.
A parte l’indecisione su come tradurre La Frontière de la Vie, la cura di NonaArte è ottima come sempre, anche se al telefono il dottor Schulz dice contemporaneamente «je viens» e «arrivo» ne La frontiera della vita – e credo che a pagina 35 del primo Integrale fossero i proiettori a illuminare la parete rocciosa e non i «proiettili».
Spettacolari per l’epoca i colori dello Studio Leonardo, capaci di essere perfettamente leggibili e coerenti con i personaggi e contemporaneamente di uniformarsi allo scrupolo realistico di Leloup adottando una tavolozza ricchissima negli sfondi e producendo degli ottimi effetti, ad esempio per rendere lo scorrere dell’acqua o particolari illuminazioni. Del tutto irrilevanti nel complesso generale gli errorini che hanno commesso (la borsa di Yoko in La fucine di Vulcano diventa blu da rossa, il maglione di Vic prima era rosso e poi arancione in L’Organo del Diavolo).
Sull’ultima Anteprima è stato annunciato l’Integrale numero 5 dedicato a storie ambientate in Cina, quindi NonaArte salterà i due Integrali in mezzo, ma data la particolare continuity rilassata non sarà un problema. Spero solo che lo pubblichino presto, e d’altra parte la ricca offerta di Integrali (oltre a questi ho preso anche il quarto di Barbarossa) lascerebbe intendere che un pubblico per questi prodotti è stato intercettato con successo.

6 commenti:

  1. Ecco. Yoko Tsuno mi ha sempre incuriosito, sin da quando la nona arte ne annunciò la pubblicazione. Questo principalmente perché non ne so assolutamente nulla. Mai letta una sola pagina della serie. "Fortunatamente" non aver mai visto questi volumi in fumetteria mi ha aiutato a risparmiare questi soldini, anche se non escludo che potrei recuperare almeno i primi, in futuro.
    Mi chiedo però che senso abbia mettere insieme degli integrali per poi pubblicare le storie in "ordine" tematico. Soprattutto quando, come confermi anche tu, l'evoluzione dei personaggi è così palese.
    Tra l'altro nel primo volume dici che hanno raccolto il primo, il terzo e il sesto albo originale. A quel punto perché non procedere semplicemente in rodine cronologico? Mah.

    Per quanto riguarda le storie brevi che sono comparse su tintin per presentare la serie al grande pubblico (pratica usuale della rivista che negli anni con quelle storielline ha messo da parte un vero e proprio tesoretto), anche su Bernard Prince c'è lo stesso "problema". Non ho ancora capito se le pubblicheranno o meno. Capisco che messe proprio all'inizio potrebbero dare un'idea diversa della serie, ma recuperarle comunque sarebbe cosa giusta.
    Hanno tutti paura di quelle storielline. Io invece ci farei subito un antologico di 1000 pagine con tutte quelle che sono state presentate in quel modo nel corso degli anni :)

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    1. Di Yoko Tsuno ho visto che le storie brevi sono state raccolte nel quarto volume originale, "Avventure Elettroniche", che non so in quale Integrale comparirà.
      Girando su internet ho visto inoltre che in precedenza era stata fatta un'altra collana di Integrali "deluxe" che raccoglieva la serie in maniera cronologica ma senza tutti gli extra di questa versione, forse non ha avuto successo (magari è uscita in un periodo in cui gli Integrali erano una novità) e per questo hanno ripiegato su questo nuovo format.
      Ah, e Leloup riuscì a diventare assistente di Jacques Martin (e poi di Hergé e Peyo) perché il creatore di Alix andava al salone di barbiere dei suoi genitori a comprare la brillantina!

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    2. Hahaha! E' vera questa storia di Leloup??? Immagino l'avrai letta in quegli extra.

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    3. No, credo di averlo letto su qualche vecchio Bodoi (anche se sono andato a vedere e nella collezione non trovo nemmeno un numero con articoli o interviste a Leloup!), ma l'ho ritrovato dopo una breve ricerca su internet, forse c'è scritto anche sulla wikipedia francese.
      Tieni presente che nel fumetto come in tutte le altre attività ci vuole culo: un assistente di Sydney Jordan venne scelto perché Jordan lo raccolse mentre faceva autostop, gli disse che disegnava e lo tenne in studio.
      Claudio Villa provò a bussare alle porte della Universo ma Graziano Cicogna gli rispose che era troppo acerbo, poi saltò fuori che suo padre aveva un amico che conosceva Bignotti che lo fece esordire in Francia.
      Giovanni Ticci studiava per fare il ragioniere ma quando andò un'estate in vacanza a Milano provò a lavorare nello studio di Giolitti che si trovava nello stesso stabile dei suoi parenti e da lì cominciò la sua carriera.
      Paolo Bacilieri bussò sedicenne alla porta di Milo Manara che era praticamente suo vicino di casa e lo portò con sé a Lucca.
      E gli esempio potrebbero continuare, in tutto il mondo (Alan Moore raccomandato a non ricordo più che rivista da David Lloyd, Van Hamme vicino di casa di Cuvelier, ecc.)

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  2. Penso che pubblicare i numeri senza una corretta cronologia, sia una scelta commerciale e non "tematica". Nel mio caso, che ho letto solo il primo numero di A.D. sicuramente li potrò leggere in ordine di uscita cronologica solo quando la collana sarà completa, come dire... vuoi leggere tutto nel corretto ordine di uscita? "Bene acquista tutti i numeri e quando avrai tra le mani l' ultimo potrai farlo.." furbi no?

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    1. Ti dirò... basta che li pubblichino! La continuity poi non è così stringente. A Lucca allo stand della Nona Arte mi hanno detto che Yoko Tsuno non è che venda molto.

      Forse però c'è un equivoco: è vero che Nona Arte ha saltato due integrali (dal secondo sono passati subito al quinto) ma la scelta delle scalette sono dovute all'editore francese, che aveva già provato con degli integrali cronologici che evidentemente non sono andati bene.

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