Dopo 3 numeri, corrispondenti a
ben 6 comic book originali, non so ancora se dare fiducia a questa testata,
l’unica Panini che seguo dopo l’abbuffata Secret Wars.
È vero che i disegni di David
Marquez da soli varrebbero l’acquisto (lo trovo persino migliore del veterano
Deodato Jr., ottimo ma un po’ freddino nel disegnare il sesto episodio che
inaugura un nuovo ciclo) e tutto sommato Brian Michael Bendis ha confezionato
per il primo arco narrativo di 5 episodi una storia piacevole pur se non
originalissima in cui ha introdotto sia un nuovo amore per Tony Stark che
un’interfaccia virtuale a fargli da segretaria e assistente sul campo.
La trama, dicevo, è abbastanza
interessante: Madame Masque compie dei furti di artefatti magici che
coinvolgono anche Tony Stark, il quale troverà un aiuto inaspettato e
fondamentale contro la supercriminale in un apparentemente redento e non più
sfigurato Victor Von Doom. Le azioni di Madame Masque sono però solo le
avvisaglie di un pericolo ben più grave.
Ovviamente trattandosi di Bendis buona
parte del fascino di questo fumetto risiede nei dialoghi e nel suo piglio
brillante, ma non sempre il bersaglio viene colpito: simpatico l’inneggiare
all’Hydra di Tony in intimità con Amara Perera per verificare che non sia un
“nemico”, ma la richiesta di darsi il cinque col Dottor Strange in quanto
“fratelli di baffi” è una caduta di stile, anche se avrà incredibilmente una
sua rilevanza sia pur minima nel seguito della storia. La presenza di Mary Jane
Watson è poi puramente esornativa, un’esca per Marvel zombie sottolineata dagli
“strilli” in copertina che rivelano quale sia il pubblico a cui la Panini si
rivolge.
C’è poi da dire che il primo
ciclo di cinque capitoli non è chiuso in sé ma serve appena da antipasto a
un’altra trama. Per come sono strutturati i cicli narrativi dei comic book, quelli di Bendis in
particolare, mi viene il sospetto che anche stavolta avremo la solita formula
per cui la tanto attesa conclusione di un arco narrativo non sia altro che
l’introduzione di quello successivo con cui il lettore spera di superare il
senso di incompiutezza del primo ciclo, quando invece anche il secondo e quelli
successivi continueranno ad alzare la posta senza mai risolvere nulla nella
migliore interpretazione del capitalismo di cui i metodi produttivi dei comic book recenti sono un ottimo
esempio. Finora con Invincible Iron Man
ci è andata pure bene, perché ha senz’altro una buona densità di scrittura, ma
qualche timore mi viene.
Dal prossimo numero si
preannuncia la serie parallela di Invincible
Iron Man, ovvero International Iron Man.
Spero che la testata non venga occupata in esclusiva da quest’altra serie,
anche perché lo iato tra il sesto episodio e il settimo della titolare
renderebbe difficile seguirla, ma conoscendo Deodato Jr. potrebbe benissimo
darsi che abbia accumulato ritardi sin dal suo secondo numero nonostante l’uso
massiccio che fa di fotografie e computer grafica (vedi Vincent Cassel che
“interpreta” il Dottor Destino).
Devo dire che al momento Iron Man mi sembra tra le letture più piacevoli della nuova Marvel insieme a qualche altra cosa. Vedremo tra qualche numero come si evolve la situazione mentre dopo tre numeri ad esempio le serie del quindicinale Avengers mi hanno già stufato e ho detto stop.
RispondiEliminaQuindi tu gli dai fiducia. Boh, in fondo sono solo 3 euro, si può fare...
EliminaAl momento almeno, poi in genere a me Bendis non dispiace affatto.
Eliminapure daredevil non è niente male
RispondiEliminaGrazie della dritta, averlo saputo prima stamattina quando non ho trovato Laciostory-Skorpio Maxi avrei preso quello e non I Nuovissimi X-Men che si è rivelato poca cosa.
EliminaPer ora è tra le migliori, mi piace tanto il nuovo Doom, bello anche Dr. Strange, poi sto seguendo gli Avengers.
RispondiEliminaStrange lo disegna Bachalo che io proprio non digerisco. E pensare che su Shade sembrava così promettente, poi ha capito che aria tirava e ha optato per uno stile deformed.
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