Ecco un altro sceneggiatore che
sa scrivere bene fumetti storici. Stavolta è sotto i riflettori il padre
inconsapevole del Protestantesimo, che abbandona da giovane una promettente
carriera di avvocato per farsi monaco, rispettando un voto che aveva fatto a Sant’Anna
per averlo salvato da un temporale (!) ma che in realtà è una scelta motivata
dalla sua profonda spiritualità, come ci viene mostrato durante i suoi
morigerati anni di studio.
Olivier Jouvray scrive in maniera
fluida e piacevole, senza che la narrazione risulti frammentaria e senza
nemmeno rallentare il ritmo per spiegare meglio certi concetti al lettore.
Anzi, certe sequenze come la scansione alternata della fuga di Lutero e della dichiarazione
della sua condanna a pagina 40 sono molto coinvolgenti. Grazie a uno stile che
unisce essenzialità a chiarezza, lo sceneggiatore è riuscito a rendere
perfettamente comprensibili anche i dibattiti di materia teologica, che di per
sé non sono un argomento facile. È inoltre molto bravo a usare il fraseggio tra
le didascalie e i dialoghi e alla fine, quando inevitabilmente il fumetto deve
prendere la rincorsa per riassumere gli ultimi anni di vita di Lutero in sole 7
pagine, non si è avvertito quel senso di fretta che spesso si percepisce in queste situazioni.
La parte grafica non è
all’altezza di quella scritta, pur essendo comunque dignitosa. L’impressione
che mi hanno dato i disegni di Filippo Cenni è quella di trovarmi davanti a un
disegnatore giovane che ha sicuramente delle potenzialità ma che è ancora
incerto e acerbo. Le sue figure sono spesso solo sbozzate e un po’ imprecise
(mancano le unghie delle mani, sin dalla copertina), tradendo forse una
preferenza per uno stile espressionista che però mal si sarebbe adattato a un
fumetto storico. Non è di certo d’aiuto il fatto che Cenni abbia realizzato
solo le matite senza inchiostrarle, cosa che le avrebbe rese senz’altro più
robuste. Le derive naïf dello stile
di Cenni sono oltretutto ancora più evidenziate dalla calligrafica
visualizzazione degli edifici, sicuramente dovuta a qualche diavoleria
digitale.
Buoni i colori di Alessia Nocera,
anche se l’inserimento di dettagli fotografici (vedi il fuoco a pagina 7 e le
vetrate a pagina 11) mi lascia sempre perplesso, per non parlare degli effetti
digitali con cui si vorrebbe fingere di aver usato l’acquerello – ma se la
forma delle macchie è identica e ripetuta più volte per forza di cose il
risultato sembrerà artefatto, altro che acquerello!
Matthieu Arnold fornisce un buon apparato
critico per meglio capire quanto del fumetto sia frutto di speculazione e
quanto sia documentato (e d’altro canto nel “making of” gli autori sembrano
preoccupati principalmente di giustificarsi con gli esperti in merito alla
veridicità degli argomenti affrontati e della selezione che hanno dovuto
operare tra le tante vicende della ricchissima vita di Lutero).
POSTILLA
Proprio oggi l’edicolante ha sottolineato
come siano fatti bene questi volumi e io non ho voluto ribattere che
bisognerebbe prima tirarli fuori dal cellophan per sincerarsi che non
contengano magagne: dopotutto con Historica
e Historica Biografie non ho mai
avuto esperienze come sedicesimi invertiti o pagine bianche.
Bene, una volta aperto il volume
mi sono accorto che la mia copia è stampata al contrario! Cioè la copertina è
invertita rispetto alle pagine. Ben lungi da me richiederne un’altra: il
fumetto e i testi ci sono tutti, e chissà quanto ci vorrà per farmene avere una
copia normale. E poi hai visto mai che diventi una rarità.
Nessun commento:
Posta un commento