Questa uscita fuori serie di Historica sembra ribaltare l’abitudine
invalsa da parecchio sul mercato italiano: non si tratta della proposta in
formato ridotto di un fumetto franco-belga ma, all’opposto, parrebbe che ne
abbiano ingrandito le dimensioni per dargli uniformità con gli altri volumi
della collana-madre. Ciò spiegherebbe perché le tavole sembrano scansionate direttamente
da un volume, con tanto di bordi delle pagine originali che emergono ogni tanto
e una risoluzione non ottimale, anche se solo a pagina 87 assistiamo a un vero disastro.
Che poi, per il tipo di disegno adottato da Brahy, non è poi questa tragedia.
Bataclan ricostruisce meticolosamente la preparazione degli attentati
del 13 novembre 2015 per circa mezzo volume, per poi concentrarsi com’è logico
sugli attentati stessi. La sceneggiatrice Anne Giudicelli ha senza dubbio una
cultura enciclopedica sull’Islam e una visione corretta dei giochi di potere
tra nazioni, ma la sua esperienza di scrittura di fumetti è modesta e si nota
pesantemente: nell’ansia di presentare tutti i dettagli finisce per inanellare
sequenze molto frammentarie e a volte poco chiare ai profani. Inoltre i
personaggi coinvolti sono veramente tantissimi (e ognuno di loro usa almeno due
pseudonimi!), né aiuta più di tanto il disegno di Brahy per distinguerli uno
dall’altro e capire le loro intenzioni. Le ossessive note a piè di pagine, che
a volte sviluppano dettagli tutto sommato poco incisivi, affaticano ancora di
più il lettore.
A chi telefona il signore a
pagina 36? Che rapporto hanno (se lo hanno) le ragazze delle pagine 67-68 con i
terroristi? Perché l’attentatore è così infuriato con la ragazza a pagina 73? Forse
perché è musulmana anche lei? Mah.
Quando la storia dovrebbe
decollare, ovvero con le prime avvisaglie degli attentati e poi con la
concitazione che ne consegue, il ritmo non cambia e la vicenda procede al
rallentatore fino a una conclusione che potrebbe sembrare nebulosa a un lettore
che non abbia letto con attenzione alcune parti specifiche del fumetto.
L’aspetto grafico non mi ha
affatto entusiasmato, anche tenendo conto della giustificazione che
probabilmente il fumetto è nato per un altro formato (dalla diagonale direi
quasi il 17x26 dei comic book). Luc
Brahy più che altro fa degli schizzi veloci che abbellisce e completa con una
rapida mezzatinta, ma non riesce a caratterizzare tutti i personaggi più
importanti con quei pochi tratti. Sarà senz’altro bravo a disegnare le
automobili, ma gli sfondi sono pressoché inesistenti e alcuni dettagli, in
particolar modo le mani, sembrano approssimativi pur se evidentemente basati su
documentazione fotografica.
Più che altrove, nel caso di Bataclan sarebbe stato utile (quasi
doveroso, direi) un apparato redazionale che chiarisse e sviluppasse alcuni dei
punti toccati dalla Giudicelli. Altrimenti sembrerebbe quasi che in alcuni
punti la sceneggiatrice giustifichi le azioni dei terroristi con la politica
estera di Hollande, o che voglia puntare di più l’attenzione sull’inadeguatezza
di alcune infrastrutture e istituzioni francesi.
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