Rileggendo alcuni vecchi numeri
di Fumo di China del periodo
Alessandro ho riletto un commento stizzito sul fatto che Sclavi, all’epoca
notoriamente avverso alle interviste, ne avesse concessa una a Comic Art invece che alla prozine.
L’intervista è quella che segue,
ospitata sul numero 18 della rivista (del gennaio 1986), che quindi si candida
a essere la vera prima intervista a Sclavi, essendo questa
più che altro una presentazione dell’autore.
Non sembra il suo stile, me ne rendo conto, ma era una delle mie prime corvees in via Buonarroti e ho cercato di non perdere la bussola. Senza falsa modestia, credo di essere riuscito ad incuriosire i potenziali lettori. Oggi farei un lavoro diverso, ma sono passati oltre trent'anni ed il mondo è cambiato e Tiz ha detto in altre interviste - di cui non sono ghost writer - che oggi è + interessato alla commedia alla Billy Wilder. Nel 1986 gli sarebbe piaciuto davvero essere fisicamente Woody Allen - lo ha anche detto in una altra intervista di cui non mi sono occupato - quando probabilmente i suoi lettori sognavano di essere Rupert Everett o Christophe Lambert o Scialpi o Raf. Detto tra noi, in redaz temevamo che lo spleen dello Sclavi del tempo - immagino ricorderai le sue storie di Mister No con il Fantasma dell'Opera ed il cast di Ombre Rosse - allontanasse il pubblico potenziale di spettatori di Another Country e Hghlander che usciva dalla sala canticchiando Self Control o Rock and Rolling.
RispondiEliminaIo poi ero tanto musone da esserci rimasto malissimo quando il musino sofferente di Everett aveva sostituito il muso macho di Antonio Gades. Pazienza...
Sapevo che c'eri tu, dietro...
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