Negli ultimi anni la DC Comics ha
prodotto una linea di fumetti che vorrebbero ammodernare i cartoon di Hanna e Barbera. Sempre
meglio di Doomsday Clock.
Le Wacky Races (non ricordo come le
avevano tradotte in italiano) hanno avuto la loro versione in Wacky Raceland, dai toni violenti e gritty, a cui ho ceduto per i disegni di
Manco.
La trama è deliziosamente
cazzona: una serie di cataclismi inspiegabili ha ridotto la Terra a un inferno
postatomico abitato da mutanti cannibali, naniti assassini e mostri cthulhoidi.
Alcune persone (e animali, cloni, neanderthaliani) sono state salvate dal
disastro e hanno beneficiato di qualche miglioria da parte di una misteriosa
entità, come le loro automobili che adesso sono diventate senzienti. Lo scopo è
quello di impegnarli in una serie di corse attraverso questo mondo desolato che
avrà il suo culmine col raggiungimento di Utopia, una mitica terra dove i
desideri potranno realizzarsi. Le regole sono semplici: solo un corridore potrà
essere il vincitore, si può ricorrere a qualsiasi scorrettezza ma se un concorrente
è attaccato da una minaccia esterna gli altri sono tenuti ad aiutarlo.
L’onnipresente Annunciatrice spiega di volta in volta il percorso ai
concorrenti e dissemina il loro cammino di trappole.
Visto che l’assunto di partenza
non è proprio originalissimo, per quanto delirante, Wacky Raceland punta molto sulla spettacolarità dei disegni di
Leonardo Manco che (per quanto ogni tanto riveli la matrice digitale dei suoi
disegni) in effetti fa un lavoro notevole. Curiosamente solo il quarto episodio
dei sei di cui si compone la miniserie sembra essere stato realizzato in
fretta, e anche i colori di Mariana Sanzone sono meno curati del resto degli
episodi.
Ai testi Ken Pontac ha avuto
l’ingrato compito di dover caratterizzare una moltitudine di personaggi in
poche pagine, concentrandosi quindi su Penelope Pitstop, Dick Dastardly e pochi
altri. L’impressione complessiva è comunque abbastanza piacevole perché sembra
che ci fosse chissà quale universo narrativo alle spalle di Wacky Raceland di cui ci è stata
raccontata solo una parte selezionata. Meno efficace è il ritmo narrativo
scelto da Pontac, che alterna rapidamente passato e presente in una struttura
non lineare non proprio adattissima per un fumetto di scatenato intrattenimento
come questo. Così come mi sono sembrati un po’ fuori luogo i tentativi di
introdurre qualche argomento più maturo come i preti pedofili, la violenza
domestica, le tematiche lgbt, il conflitto tra fede e scienza, gli esperimenti
sugli animali, il razzismo, la piaga dell’alcolismo e la satira politica (con
tanto di comparsata di un simil-Trump). Il finale è comunque ben scritto, per
quanto affrettato, e coerente con tutto quello che si è letto in precedenza.
Il volume è stampato bene e non
costa nemmeno troppo (14,95 euro per 160 pagine), cose niente affatto scontate
per la RW Lion.
Il doppio volume dedicato ai Flintstones è riuscitissimo e molto originale. Ha un piglio comico-satirico, e lo consiglio vivamente.
RispondiEliminaMe ne hanno parlato bene anche altri e sfogliandone uno mi è sembrato pure disegnato bene. Chissà...
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