Con questo settimo episodio la
saga di Michel Vaillant in versione Ultimate
arriva finalmente a un punto fermo, anche se probabilmente è solo un pit-stop
temporaneo in attesa di riprendere la lunga, lunghissima corsa.
Lo scorso episodio
si era concluso con il protagonista prossimo a visitare le patrie galere, ma
già a pagina 14 la sua permanenza nelle carceri francesi si conclude, grazie a
un accordo segreto tra suo figlio e il nipote che lo aveva incastrato. La
rinata Vaillante può quindi tentare l’assalto al gran premio di formula 3 di
Macao, in cui non mancheranno momenti emozionanti. Nel frattempo Patrick
Vaillant abbandona l’industria di famiglia per seguire le sue ambizioni
ingegneristiche (in realtà come parte dell’accordo col cugino), Steve Warson
viene eletto senatore del Texas ricorrendo a strategie politiche che lo
ripugnano e soprattutto Evelyne è esasperata da Ethan Dasz e torna dalla parte
dei Vaillant anche se non proprio mossa da intenti cristallini.
Ecco, la figura di Evelyne è
paradigmatica di questa Nuova Stagione di Michel
Vaillant: è un personaggio chiave, ma io manco la ricordavo. Se i Graton
vogliono impostare questa incarnazione
del loro eroe come una serie televisiva dai ritmi frenetici e coi finali
sospesi tra un episodio e l’altro, dovrebbero intensificarne la produzione e
non limitarsi a un volume all’anno. Mi rendo conto che mantenere alta la
qualità sarebbe difficile, ma con tutti questi personaggi e gli avvenimenti che
si susseguono io perdo il filo.
La Nuova Stagione si conferma
comunque un ottimo prodotto, molto curato e appassionante. In Macao non mancano rivelazioni,
sottotrame e sequenze mozzafiato, e soprattutto un finale in cui si intravede
una risoluzione per la vicenda portante – e arrivati al settimo episodio era
anche ora.
I testi sono sempre realizzati da
Philippe Graton e Denis Lapiére, mentre stavolta ai disegni c’è il solo
Benéteau (con Christian Lerolle ai colori) che in precedenza si occupava delle
parti tecniche delle tavole. Nelle prime pagine deve ancora prendere un po’ di confidenza
con le fisionomie dei protagonisti, e qualche rara volta le proporzioni
anatomiche gli fanno difetto, ma il risultato è veramente molto buono. Ha
saputo fare suo il tratto sintetico di Bourgne, riprendendone l’eleganza e
soprattutto l’efficacia: Benéteau ha uno spiccato senso della regia e della
costruzione della tavola, inoltre i suoi personaggi sono molto espressivi senza
mai fare le boccacce.
Buona come sempre l’edizione Nona
Arte, anche se la mia copia presenta qualche fuori registro.
Nessun commento:
Posta un commento