Il ritardo nell’uscita di questo
volume mi ha
offerto l’occasione per andare a rileggermi cosa ne pensavo del precedente lavoro di Rambaud-Richaud-Gil,
riscoprendo un moderato entusiasmo che mi ha convinto a comprare anche questo
nonostante l’argomento non sia in cima alle mie preferenze.
In realtà, a causa delle sue
origine letterarie (nasce come romanzo di Patrick Rambaud), Beresina non è una biografia di
Napoleone ma un racconto corale che ha per protagonisti il capitano D’Herbigny,
lo scrivano Roque e una scalcagnata compagnia teatrale francese che ha la
disgrazia di trovarsi a Mosca durante l’avanzata francese. Napoleone compare, e
nelle occasioni in cui è presente ha chiaramente un ruolo incisivo, ma è più
che altro un meccanismo al servizio della trama e una presenza incombente utile
anche con la sua sola citazione a creare l’atmosfera.
A D'Herbigny manca una mano, ma l'altra ha un dito in più... |
I disegni del dettagliato Gil si
sono arresi a una logica più classica, arrivando a eccessi caricaturali utili
però a esprimere i sentimenti dei personaggi. Le vedute mozzafiato de La Battaglia
si sono rarefatte, ma va riconosciuta a Gil una grande maestria nel gestire gli
spazi vuoti e pieni delle vignette in modo da indirizzare il lettore proprio
dove deve guardare. Le sue tavole si leggono quindi in maniera molto scorrevole,
facendogli perdonare volentieri certe anatomie un po’ discutibili e la fretta che
gli ha fatto dimenticare di cancellare lo stipite su cui poggia una colonna o
il bordo di un lenzuolo che dovrebbe coprire il piede di una suora suicida.
...e non distingue la destra dalla sinistra |
I colori di Albertine Ralenti ed Elvire
De Cock non sono affatto male, ma li trovo poco adatti, squillanti e accesi
come sono, per una storia così drammatica. Da notare che la qualità di stampa
del tratto di Gil è impeccabile, mentre i bordi delle vignette sono seghettati
e a volte evanescenti. Misteri della riproduzione digitale.
Beresina è una storia coinvolgente che non si limita a una fredda
esposizione dei fatti storici ma offre parecchi spunti originali. C’è anche una
certa ironia che serpeggia ogni tanto nei dialoghi e nelle situazioni, e in
definitiva si legge con trasporto per sapere quali saranno le sorti dei
giocatori in campo. E qui arriviamo alla nota dolente del volume.
Approfittando della particolare
struttura degli albi originali, divisi in due capitoli ciascuno pur contando le
canoniche 46 tavole “alla francese”, la Mondadori ha stampato in questo numero
67 un volume e mezzo invece di due! In definitiva non arriviamo nemmeno a 100
pagine complessive (due pagine in appendice sono dedicate a un brevissimo
approfondimento storico), di cui solo una settantina di fumetto. La serie originale è composta da tre volumi
e di logica nel prossimo ci sarà la seconda metà di tutta la storia; posso
capire che una saga in quattro volumi venga divisa in due per massimizzare gli
introiti, ma qui si esagera… Anche perché nell’introduzione Sergio Brancato
cita il cliffhanger con cui si
conclude il primo volume, mentre in questa maniera la Mondadori ne ha creato un
altro ben più fastidioso!
Visto che hai segnalato due refusi, secondo me ce n'è uno più notevole nel TITOLO del primo capitolo che recita Mosca 1872...per il resto, davvero un peccato per l'edizione macellata, perché questo è uno dei volumi più belli che siano usciti di questi tempi...le tavole di Gil, nonostante qualche distrazione o qualche problema di tanto in tanto, lasciano a bocca aperta e la storia è coinvolgente, esattamente come ne "La Battaglia". Spero che pubblichino presto la conclusione.
RispondiEliminaLa data mi è proprio sfuggita! Anch'io spero che pubblichino presto l'episodio e mezzo che manca, così ci hanno lasciato troppo in sospeso.
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