Episodio molto vivace e
frenetico, quello offerto dal trentaduesimo numero de Il Morto. Forse anche troppo.
Dopo un suggestivo inizio
onirico, Peg comincia a battere Ferrara alla ricerca della famiglia Stella di
cui faceva parte, ma essendocene ben 80 in zona non sarà un lavoro veloce. Nel
frattempo in una agenzia immobiliare locale arriva un nuovo impiegato che i due
truffaldini gestori dell’agenzia riconoscono quasi subito come un ispettore
inviato a indagare sui loro furti ai danni della sede centrale.
Il Vella, questo il nome dello
“spione”, subisce un tentativo di omicidio da parte dei due loschi
immobiliaristi, mentre Peg viene a sua volta ferito gravemente dal killer che
lo insegue. Finiscono quindi nella stessa camera d’ospedale (da qui il titolo Un amico per caso), dove i rispettivi attentatori
tenteranno varie volte inutilmente di ucciderli. Non so se l’intento di
Giovacca fosse quello di dare un tono leggero ai periodici assalti notturni,
talvolta eseguiti con modalità veramente creative, ma in più di un’occasione mi
è sembrato che l’azione virasse verso la commedia.
La storia, come dicevo, ha un
ritmo sostenuto e gli avvenimenti si susseguono molto rapidamente, così come
sfilano i molti personaggi sulla scena, in un turbinio che richiede una certa attenzione
per non perdere il filo. Lo stesso sceneggiatore sembra essersi perso per
strada visto che all’inizio Peg cerca un posto dove dormire lontano dalle Muse Aliene
ma una volta trovato si sveglia a pagina 35 ancora nel letto della sua bella
amica hacker.
Un amico per caso è comunque una storia gradevole, in cui Giovacca
non perde occasione per inserire i suoi contrappunti ironici e per offrirci uno
spaccato vitalistico e tutto sommato attendibile dell’Italia provinciale
contemporanea.
Il pezzo forte di questo episodio
sono però i disegni di Piero Conforti, inchiostrato da Ivano Codina: oltre ad
essere anatomicamente perfetti, i suoi personaggi sono anche molto espressivi e
dinamici. L’ispirazione a Garcia Seijas che ho vagamente colto a pagina 72
trova conferma nella storia breve in appendice: La Chitarra a Corde Umane (scritta nientemeno che da Daniele
Biglia, che ha adattato un racconto di Antonio Ghislanzoni) mostra tutta la devozione
di Conforti verso il Maestro.
Peccato che la qualità di stampa sia scadente, nonostante certi dettagli che
fanno intuire l’uso della computer grafica lascino intendere che questo fumetto
sia recente – il testo comunque non è né originale né avvincente.
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