giovedì 31 maggio 2018

Murena 4: Le Spine

Dopo ben 7 anni dall’ultimo volume 100% Panini Comics di Murena esce la nuova raccolta di due episodi originali, a ben 12 anni dall’uscita del primo. Le cause dell’attesa sono note: la dipartita di Philippe Delaby e la ricerca di un sostituto degno, oltre ai tempi tecnici necessari alla realizzazione di un volume franco-belga come dio comanda.
Ho sottolineato la distanza temporale dal primo volume per ricordare come all’epoca della sua prima apparizione in Italia Murena non beneficiasse del formato 19x26, introdotto in seguito proprio dalla Panini e che avrebbe caratterizzato le proposte franco-belghe di vari editori italiani. Nel 2006 la Panini, che ancora doveva prendere le misure alla BéDé, la pubblicava in un incongruo formato comic book che, se pure aveva un’altezza di 26 centimetri, poggiava su una base di soli 17 centimetri col risultato di dover rimpicciolire le tavole lasciando ampi margini bianchi sopra e sotto. Poi la Panini rimediò per Murena confezionando gli Integrali, ma prendere in mano questo volumetto dopo aver fatto l’abitudine al 19x26 è comunque un po’ uno choc.
Ma veniamo al fumetto in sé: Murena è una delle poche serie di Jean Dufaux che mi piacciono. Io trovo lo sceneggiatore molto dispersivo e più attento alle frasi a effetto che alla sostanza, ma qui ha saputo imbastire una vicenda di rude passionalità, con degli inserti grotteschi e sarcastici niente male e anche (se la memoria non mi inganna) con qualche riuscita punta drammatica. Questo, almeno, fino allo scorso volume visto che gli episodi di questo quarto “integralino” non mi sembrano molto riusciti, o comunque non ai livelli dei precedenti.
Il primo, che dà il titolo a tutto il volume, segue le vicende dell’apostolo Pietro e degli altri cristiani capri espiatori perfetti per l’incendio di Roma sotto il regno di Nerone, opportunamente consigliato da un arcinemico di Lucio Murena. Balba inoltre regola i conti con Massam, nell’unica scena un po’ vivace di tutto l’episodio. Il protagonista, che già di suo (se ben ricordo) è più un testimone che un eroe, comparirà in un terzo delle pagine o poco più, limitandosi a lamentarsi e a scopare. Ahinoi, a tal proposito si profila pure l’ipotesi di una censura, visto che la numerazione delle tavole salta la 35, guarda caso proprio quella in cui si sarebbe potuto approfondire il rapporto carnale tra Murena e Claudia.
Nel secondo episodio, Il Banchetto, Murena riconquista l’amicizia di Nerone ma con un abusato e inverosimile stratagemma narrativo si ritrova privo della memoria e finisce per far parte involontariamente di una congiura contro il suo ritrovato amico imperatore. La trama non sarebbe nemmeno male, funghetti psicotropi permettendo, e soprattutto rispetto a Le Spine qui una trama c’è, ma Dufaux (che pure scrive delle didascalie e dei dialoghi più ispirati e convincenti) si perde nei rivoli secondari della vicenda portante, spettegolando ad esempio sugli amori di Petronio, col risultato di rubare spazio alla vicenda portante, tanto che arriva alla fine col fiato corto e deve accelerare bruscamente per giungere alla conclusione prevista per questo episodio, nonostante conti ben 54 pagine.
Alla fine la cosa più riuscita di questi episodi sono le note finali con cui Dufaux approfondisce certi dettagli dei testi: non sto scherzando, l’ironia che traspare da molte annotazioni e gli occasionali “dietro le quinte” produttivi sono un piacere da leggere, ben più appassionanti di un fumetto che tende spesso a ristagnare o a girare a vuoto su se stesso.
Ai disegni Philippe Delaby si conferma il mostro di bravura che già conoscevamo. Il formato ridotto non gli rende molta giustizia ma in fondo nemmeno lo mortifica troppo. La qualità di stampa non è molto buona, e i colori di Sébastien Gérard, pur validi (per quanto possano esserlo dei colori fatti col computer), forse hanno contribuito a “pixellare” le tavole.
Theo (al secolo Theo Caneschi) si rivela una scelta azzeccatissima per continuare la saga: anche se il suo stile tende vagamente al caricaturale, il rigore delle anatomie e la profusione di dettagli non fanno affatto rimpiangere Delaby. I protagonisti hanno dei volti un po’ diversi nella sua interpretazione, ma è una cosa fisiologica e comunque il risultato complessivo è ottimo. La composizione dell’ultima tavola è veramente efficace, anche se immagino che sia dovuta a una intuizione di Dufaux. E anche nel suo caso il colorista (Lorenzo Pieri) ha fatto un buon lavoro, migliore di quello di Gérard, e se ha usato il computer non si vede proprio e i colori sembrano acquerelli e matite. La parte di Theo non accusa problemi di stampa.
È un po’ paradossale che per Cani Sciolti sia stato usato un incongruo formato extralarge quando per Murena, che ne avrebbe decisamente beneficiato, si è optato (coerentemente con la collana in cui è inserito) per il formato comic book.
Se ho ben capito, con il nono e il decimo episodio della saga qui raccolti dovremmo essere giunti a metà del terzo ciclo narrativo dei quattro previsti per Murena. Dopo la doccia fredda di questi testi non proprio appassionanti non è che abbia tutta ’sta voglia di leggermi i prossimi, e mi sa che se proprio dovrò farlo proverò a procurarmeli in un altro formato.

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