domenica 20 gennaio 2019

Wacky Raceland

Negli ultimi anni la DC Comics ha prodotto una linea di fumetti che vorrebbero ammodernare i cartoon di Hanna e Barbera. Sempre meglio di Doomsday Clock. Le Wacky Races (non ricordo come le avevano tradotte in italiano) hanno avuto la loro versione in Wacky Raceland, dai toni violenti e gritty, a cui ho ceduto per i disegni di Manco.
La trama è deliziosamente cazzona: una serie di cataclismi inspiegabili ha ridotto la Terra a un inferno postatomico abitato da mutanti cannibali, naniti assassini e mostri cthulhoidi. Alcune persone (e animali, cloni, neanderthaliani) sono state salvate dal disastro e hanno beneficiato di qualche miglioria da parte di una misteriosa entità, come le loro automobili che adesso sono diventate senzienti. Lo scopo è quello di impegnarli in una serie di corse attraverso questo mondo desolato che avrà il suo culmine col raggiungimento di Utopia, una mitica terra dove i desideri potranno realizzarsi. Le regole sono semplici: solo un corridore potrà essere il vincitore, si può ricorrere a qualsiasi scorrettezza ma se un concorrente è attaccato da una minaccia esterna gli altri sono tenuti ad aiutarlo. L’onnipresente Annunciatrice spiega di volta in volta il percorso ai concorrenti e dissemina il loro cammino di trappole.
Visto che l’assunto di partenza non è proprio originalissimo, per quanto delirante, Wacky Raceland punta molto sulla spettacolarità dei disegni di Leonardo Manco che (per quanto ogni tanto riveli la matrice digitale dei suoi disegni) in effetti fa un lavoro notevole. Curiosamente solo il quarto episodio dei sei di cui si compone la miniserie sembra essere stato realizzato in fretta, e anche i colori di Mariana Sanzone sono meno curati del resto degli episodi.
Ai testi Ken Pontac ha avuto l’ingrato compito di dover caratterizzare una moltitudine di personaggi in poche pagine, concentrandosi quindi su Penelope Pitstop, Dick Dastardly e pochi altri. L’impressione complessiva è comunque abbastanza piacevole perché sembra che ci fosse chissà quale universo narrativo alle spalle di Wacky Raceland di cui ci è stata raccontata solo una parte selezionata. Meno efficace è il ritmo narrativo scelto da Pontac, che alterna rapidamente passato e presente in una struttura non lineare non proprio adattissima per un fumetto di scatenato intrattenimento come questo. Così come mi sono sembrati un po’ fuori luogo i tentativi di introdurre qualche argomento più maturo come i preti pedofili, la violenza domestica, le tematiche lgbt, il conflitto tra fede e scienza, gli esperimenti sugli animali, il razzismo, la piaga dell’alcolismo e la satira politica (con tanto di comparsata di un simil-Trump). Il finale è comunque ben scritto, per quanto affrettato, e coerente con tutto quello che si è letto in precedenza.
Il volume è stampato bene e non costa nemmeno troppo (14,95 euro per 160 pagine), cose niente affatto scontate per la RW Lion.

2 commenti:

  1. Il doppio volume dedicato ai Flintstones è riuscitissimo e molto originale. Ha un piglio comico-satirico, e lo consiglio vivamente.

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    1. Me ne hanno parlato bene anche altri e sfogliandone uno mi è sembrato pure disegnato bene. Chissà...

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