giovedì 13 novembre 2025

Spectators

Presentato in anteprima a Lucca 2025, questo volume conferma la grande fantasia di Brian K. Vaughan. Val perde la vita crivellata di colpi al cinema durante una demente sparatoria. Nell’universo ideato dallo sceneggiatore certi morti ascendono a un altro piano della realtà mentre altri rimangono come fantasmi sulla Terra finché non si stufano di galleggiare e spiare i vivi e a loro volta vanno “oltre”. Questi fantasmi sono i guardoni, gli «spettatori» del titolo e amano ficcare il naso nelle vite degli altri. Simpatica la trovata di rappresentare in bianco e nero il mondo dei vivi mentre sono i fantasmi a essere colorati. Dopo secoli di esistenza ectoplasmatica Val incontra Sam. C’è nell’aria la minaccia di una nuova ecatombe e come spesso capita in questi casi l’umanità si scatena in orge intuendo l’imminente estinzione, quindi ai due non mancano spettacoli da spiare.

Al di là dell’originalità del soggetto, un fumetto del genere avrebbe potuto correre il rischio di girare a vuoto, invece Vaughan inanella sempre nuove idee con cui movimentare una trama altrimenti stagnante: lo stalker di Val, alcuni camei eccellenti, le derive dei social network, ecc… Il ritmo non è certo frenetico (parliamo di oltre 300 pagine di fumetto, spesso occupate da disquisizione su cinema, sesso e vita) ma queste continue trovate mantengono viva l’attenzione e Vaughan sa oltretutto gestire con maestria l’alternanza delle tavole predisponendo con cura i colpi di scena. Purtroppo verso la fine cede a un certo didascalismo e rende manifesto coi dialoghi e certe sequenze create ad hoc il messaggio che voleva dare, ribadito anche all’incontro con la stampa[link da inserire]: la società statunitense accetta gli spettacoli violenti e ne condivide la visione collettiva, mentre il sesso è sempre relegato alla sfera privata. Il finale metanarrativo in cui vengono coinvolti anche i lettori come guardoni potrebbe far storcere il naso a qualcuno. Ma d’altra parte gli autori stessi si sono ritratti ai margini di una doppia tavola.

Molto validi i disegni di Niko Henrichon, che apparentemente ha lavorato con matite e acquerelli. Probabilmente ha realizzato le tavole in digitale, ma è stato bravo a dissimulare. Peccato che gli occhi delle sue donne a volte seguano logiche tutte loro.

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