Uscito in anteprima a Lucca, questo volume è stato veramente arduo da leggere. Non che non sia una lettura gradevole, lo è eccome, solo che è talmente rigurgitante di concetti e di nozioni da rimanerne sopraffatti, anche se non mancano temi ricorrenti approfonditi e trattati da punti di vista diversi. A ciò va aggiunto che essendo un testo iniziatico ho avuto costantemente il sospetto che i due Moore (nessuna parentela) dicessero una cosa volendone significare un’altra che a me sfuggiva, ed è stato un po’ frustrante. Voglio dire: anche i fumetti di Didier Convard sono godibilissimi, ma per sua stessa ammissione quanti “messaggi” per i suoi fratelli celano quei testi? Quindi, che siano fole programmatiche o vere istruzioni per diventare maghi, quelle raccolte in questo tomo sono raccontate benissimo, ma che fatica leggerle. E che fatica trovare un aggancio per parlare del Sussidiario, tanta è la carne sacrificale messa sul fuoco. Vabbeh, comincio dicendo che i Moore (nessuna parentela) adottano uno stile molto ironico nonostante l’approccio sia assai circostanziato e documentatissimo. Che poi è la maniera migliore per avvicinare un uditorio, visto che spesso l’ostentazione di fede formulaica spinge ad allontanare l’interlocutore.
Il grimorio è diviso in varie sezioni che si alternano: dopo un bel fumetto muto sulla nascita del primo mago, si comincia con le biografie a fumetti di maghi più o meno famosi dall’antichità a oggi, sfilano poi i suggerimenti sulle cose da fare nei giorni di pioggia (ovvero un’introduzione passo dopo passo alla magia a imitazione di quelle attività ludico-didattiche che si trovavano nelle riviste per bambini: a proposito di stile molto ironico), un feuilleton iniziatico, un fumetto a puntate sulla vita e le opere di Alessandro di Abonutico e vari inserti su argomenti diversi come la Kabbalah e i tarocchi.
Semplificando molto dei concetti che nemmeno fingo di aver capito del tutto, l’idea di magia proposto dai Moore (nessuna parentela) è fondamentalmente la capacità di raggiungere un altro livello di consapevolezza, ottenere il dominio sull’immaginazione, ma ciò è intrecciato all’idea molto suggestiva che arte e magia siano, se non la stessa cosa, comunque delle attività molto simili, quasi parallele. Concetto che scopriamo essere stato un po’ ripreso dalle idee del “mago” Harry Smith. A proposito di queste pillole a fumetti sulle biografie dei maghi, si scoprono delle cose molto interessanti come l’origine dei tre Re Magi, l’ipotesi che Cornelio Agrippa abbia influenzato la Kabbalah, l’esistenza di tal Francis Barrett che operò tra ’700 e ’800, ecc.
Se i fumetti hanno un taglio così approfondito e divulgativo figuratevi come sono i testi scritti – a parte il romanzo a puntate, che però è palesemente una versione narrativa di alcuni concetti espressi. Anche qui ci sono badilate di umorismo e sarcasmo: la Clavicola di Re Salomone paragonata a un elenco telefonico per aspiranti invocatori, le tecniche del sesso tantrico che alla fine sono le stesse per impedire di pisciarsi addosso se non ci sono bagni attorno, l’avvertenza di stare attenti a non cadere dall’albero della Kabbalah, immagini esoteriche che diventano giochini enigmistici… però nonostante la piacevolezza dei testi si arriva lo stesso alla fine col fiato corto. Anche perché la parte conclusiva del Sussidiario è dedicata a una lunga cronistoria del Gran Teatro della Luna e il Serpente dalle origini alle performance recenti (con una certa generosità nelle testimonianze fotografiche), con vari approfondimenti su una pletora di altri argomenti come la pisicogeografia; in sostanza però è anche una sorta di manifesto programmatico del non-gruppo, con idee che sono pure condivisibili come quella per cui scienza e matematica debbano sposarsi alla politica, idea che però si inserisce in un discorso molto (molto) più ampio. Qui si possono trovare tracce di argomenti e suggestioni trattati nei fumetti di Alan Moore, in particolare nella linea ABC Comics cui collaborò anche Steve Moore (nessuna parentela).
Si chiude con gli schemi per la costruzione in cartoncino del Tempio della Luna e del Serpente, ovvia parodia di giochi analoghi nei libri per bambini da ritagliare e assemblare ma (se ho ben interpretato il manuale) anche esercizio concreto per far diventare il lettore un mago invitandolo a creare la sua versione del teatro con la scusa di non rovinare il libro.
In realtà prima di questa appendice ludica c’è un ulteriore testo: la postfazione in cui Alan ricorda l’amico Steve (nessuna parentela) deceduto poco dopo la compilazione del Sussidiario. Che gli aneddoti riportati siano reali o fittizi, rimane comunque un omaggio molto interessante e commovente.
Gli interventi grafici sono di qualità altalenante. La prova di Steve Parkhouse col fumetto muto d’apertura è molto bella.
Rick Veitch illustra le attività da fare nei giorni di pioggia: non che sia mai stato un gran bel vedere, ma qui mi sembra che abbia fatto un buon lavoro, forse come illustratore è migliore che come fumettista.
Ben Wickey ha illustrato le vite dei maghi e mi pare che il suo stile caricaturale ma molto dettagliato e colorato ben si sposi con questi che sono più racconti illustrati che fumetti.
Kevin O’Neill è piuttosto rozzo e impreciso ma può beneficiare del dubbio che le sue Avventure di Alessandro siano disegnate in questo modo per fare il verso alle testate inglesi per bambini degli anni che furono, e di cui ignoro quasi tutto.
John Coulthart ha fatto tutto il resto o quasi. Le immagini sono molto belle (e che originali i suoi tarocchi) ma l’uso massiccio del computer trasmette uno sgradevole senso di artificialità.
A integrare i lavori realizzati appositamente ci sono anche molte riproduzioni di incisioni e dipinti di ogni epoca, perfette per entrare nello spirito del libro. C’è persino quello che sembrerebbe un protofumetto, se solo capissi il tedesco.
L’edizione è molto bella come si conviene a un tomo del genere e chissà che la difficoltà nell’arrivare alla fine dei testi non fosse dovuta anche all’aggressione sensoriale messa in atto dai colori luminosissimi e dai motivi psichedelici che decorano praticamente tutte le pagine.




















