Con cosa sei presente a Lucca?
Ho diversi volumi di cui sono di nuovo entrato in possesso dei diritti tra cui Eroica, fatta molti anni fa e che forse era andata un po’ nel dimenticatoio, e poi un inedito assoluto che è Egiziana – Intrigo a Suez: è una specie di giallo ed è uscito per Segni d’Autore.Qui siamo allo stand
della Voilier.
È il mio editore di base, perché con lui ho fatto parecchi libri. Ed è l’editore al quale mi appoggio in Italia, visto che quasi tutta la mia parte di lavoro è legata alla Francia dove ormai ho venti libri già editati. Ad esempio adesso son appena tornato da Saint-Malo, dove c’è un grande festival e riparto la settimana prossima per Blois, che è un altro grosso festival. Poi ovviamente ci sarà Angoulême. Quasi tutta la base del mio lavoro è legata (fortunatamente, devo dire) alla Francia perché qua in Italia diventa sempre più difficile lavorare nel campo del fumetto perché gli editori tendono a non pagare e si dimenticano di te, è un settore un po’ difficile. Solo che le bollette sono democratiche e arrivano per tutti! Lo dico a malincuore ma è diventato un lavoro difficile in Italia, mentre invece in Francia il discorso è differente, c’è un altro tipo di rispetto: un autore di fumetti in Francia ha una maggiore dignità, per loro il fumetto è veramente la Nona Arte. E loro hanno un grande rispetto sia nel lavoro sia nel compenso, quando lavori con loro hai tutta un’altra considerazione. In Italia a volte si dimenticano dell’autore, cioè c’è un grande entusiasmo nella partenza e quando dai il lavoro e poi tendono a dimenticarsi di te. Dispiace poi fare confronti col passato, perché son passati gli anni eroici del fumetto (stupendi!) quando c’erano le riviste: Corto Maltese, L’Eternauta… e lì lavoravi di gran lunga, c’era una richiesta immensa di lavoro e di materiale e venivi pagato a pagina. E lì allora guardavi il mondo in una maniera diversa. Poi se eri fortunato ti facevano uscire anche il libro e tutto andava in gloria.
Quindi la Francia
continua a essere un approdo felice nonostante anche là mi dicono che le
condizioni sono un po’ peggiorate, anche perché si pubblicano troppi libri?
È vero, c’è una produzione incredibile: loro arrivano a pubblicare anche 6.000 cartonati all’anno. In realtà è una cosa fantastica, perché ci sono delle nicchie, ci sono amatori, c’è gente che compra, c’è gente che fa file di una giornata pur di avere la dedica dell’autore preferito. E poi i Francesi sfornano un volume dietro l’altro perché è una vera industria. Un’industria che il pubblico segue proprio per quello, per il fumetto in sé: credo che ogni settimana ci siano 5 o 6 se non 7 festival di fumetto in giro per la Francia. Poi ovviamente ci sono quelli più importanti come Saint-Malo ed Angoulême che sono straordinariamente importanti anche a livello internazionale, ma anche le piccole cittadine fanno il loro festival, per farti capire quanto il fumetto sia radicato nei gusti dei Francesi. E in queste occasioni ospitano anche 30, 40 autori (regolarmente pagati) a cui danno quindi la possibilità di lavorare. Ci sono autori che vivono facendo quasi solo i week-end ai festival del fumetto francese.
Per quel che riguarda
l’esperienza con l’autoproduzione, invece? Nebbia
Sporca era autoprodotto tramite Amazon, se non sbaglio.
Sì, ma anche altre cose le ho messe su Amazon, parecchi altri libri di cui mi sono tornati i diritti: Venezia – Una singolare avventura, Garibaldi, La Sardegna illustrata, ecc. dovrebbero esserci 6 o 7 libri miei messi su Amazon. Il bello è che non ti chiede niente, non interviene sul prodotto: vieni pubblicato, hai un palcoscenico mondiale (perché è Amazon), alla fine sei pagato benissimo perché dove un editore italiano ti dà 1 euro a copia basandosi sulla percentuale del prezzo di copertina Amazon te ne dà molti di più.
Quindi un’esperienza
positiva.
Sì, fantastica, anche perché Amazon non ti chiede niente. Tu fai una prova di lavoro, se sei contento di come è venuto il libro loro te lo mandano e se ti va bene dai l’ok e fai il libro. Puoi farlo cartonato, brossurato, come vuoi. Amazon non ti dà limiti. È una bella possibilità per un autore che è restio a lavorare solo in Italia come lo sono io, preferisco farmi le mie cose e le metto dove voglio – e in caso le tolgo quando voglio.
Fermo restando che comunque collabori anche con editori propriamente detti.
Io con Voilier ho un rapporto di amicizia straordinario e di rispetto di lavoro, ma anche con altri editori ho un buon rapporto, quest’anno ad esempio c’è l’inedito per Segni d’Autore di cui dicevo, fatto a seguito del premio che mi hanno dato quest’anno a Lucca Collezionando: c’era la necessità che ci fosse un volume inedito e l’ho fatto con Segni d’Autore perché per me è un editore molto importante. Poi alla fine è uscito anche un altro inedito con Voilier, cioè Adriatica. Si tratta di un fumetto che in Francia ha avuto un grande successo, è un lavoro intricato perché ho impiegato parecchio tempo per farlo, ho dovuto trovare la giusta chiave di questa storia che parte da Londra per finire in Jugoslavia per tornare a Venezia. È stato un lavoro impegnativo!


Fa piacere che almeno in Francia ci sia ancora rispetto per il fumetto e gli autori. Un paio d'anni fa sono stato a Parigi, la prima cosa che ho notato è che le edicole sono ancora vive, con parecchi fumetti per ragazzini. Inoltre una caterva di riviste specializzate per qualunque "devianza nerd" ti passi per la testa, GDR, Gunpla, Retrogaming...qui se va via Sprea in edicola ormai trovi soltanto la settimana enigmistica (che è eterna , la leggeva Mosè mentre aspettava Dio che finisse di inventarsii 10 comandamenti). ...e le fumetterie? A Parigi una era meravigliosa c'era di tutto comics americani, bedè...pure fumetti italiani di ogni epoca.
RispondiEliminaChe piacere rileggerti, Salvatore!
EliminaIo quando andai per la prima volta in Francia pensai che i parigini si fossero messi d'accordo per farmi uno scherzo. Cioè, striscioni che annunciavano l'uscita dell'ultimo Thorgal come qui in Italia si pubblicizzano le grandi mostre d'arte? Poster giganteschi che pubblicizzavano l'ultimo XIII o l'ultimo Spirou sui palazzoni delle banche? L'ultimo episodio di Druuna, all'epoca il quinto, presentato in una galleria d'arte?
Altra storia, altra mentalità, altro rispetto per quella che è sia una forma d'arte che una voce molto attiva del PIL nazionale (anche se mi dicono che per gli autori non è più tutto rose e fiori). E da quello che ho sentito dire ad autori e altri operatori del settore in Belgio è ancora meglio.
Sono stato anche al museo del fumetto di Bruxelles, roba da sindrome di Stendhal, inoltre c'era una biblioteca enorme di soli fumetti dove pagando una piccola cifra potevi leggere tutti i fumetti che volevi, c'era di tutto dagli Omnibus dei super eroi a Fluid Glaciale. Gli Asterix erano presenti con i volumi in tutte le lingue tradotte.
EliminaMai stato in Belgio in vita mia, però amici che ci sono passati mi hanno spesso portato dei fumetti. Vedere come viene considerato il fumetto nei paesi francofoni è esaltante. Poi torni in Italia e ti deprimi.
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