giovedì 20 novembre 2025

Dylan Dog Color Fest 55: Cosa conosce la Notte

È uscito oltre una settimana fa, ma ovviamente la frenesia lucchese lo ha fatto passare in cavalleria. Come si evince dall’editoriale di Barbara Baraldi è un numero un po’ speciale visto che presenta molti esordi.

Si comincia già dal soggetto della prima storia breve, ideato da Graziano Caminiti e sviluppato dal veterano Gigi Simeoni. Ne Il Club di Mezzanotte Dylan Dog si intrufola in una specie di gruppo di alcolisti anonimi che si riunisce a mezzanotte in una scuola abbandonata. Dalle loro testimonianze risulta che non hanno poi tutta questa voglia di abbandonare le vecchie abitudini e ciò da cui erano dipendenti. A uno a uno vengono fatti fuori da un mostro aracnoide mentre Dylan cerca di salvarli. Il finale che mi aspettavo non si è concretizzato (pensavo fossero dei drogati di paura) ma comunque la risoluzione della storia non entusiasma, per quanto suggestiva. Buoni i disegni di Francesca Ciregia colorata da Barbara Nosenzo, anche se non sempre azzecca il volto di Dylan Dog.

Piuttosto interessante Pioggia di Novembre di Giancarlo Manzano e Francesco Lo Manto: un vedovo che amava a tal punto la moglie da metterle una telecamera anche nella bara si è accorto proprio per questo che il suo cadavere si sta “risvegliando” e ingaggia Dylan Dog per fargli da assistente quando immagina che la defunta moglie tornerà definitivamente in vita, cioè in occasione del loro anniversario di matrimonio. In realtà dietro alla vicenda c’è una storia più complessa, ma Marzano utilizza le tematiche del controllo e della violenza di genere non come pura concessione ai temi caldi del momento ma come meccanismo funzionale alla risoluzione della trama. Per quel che riguarda i disegni, non amo molto gli schematismi alla Cavenago, però sia come segno che come colore Lo Manto è dannatamente efficace.

Si finisce con Dolcetto o Morsetto di Francesco Pelosi e Stefano Cardoselli, in cui viene ribaltata la prospettiva di Halloween: a Dead Rock sono i morti a vestirsi come i vivi per andare a “spaventare” i vicini ottenendo delizie quali frattaglie varie. L’idea è simpatica ma viene trascinata un po’ per le lunghe, Dylan Dog sembra essere stato infilato a forza nella trama e il comparto grafico è tremendo anche per un fumetto che essendo umoristico non si preoccupa del realismo.

4 commenti:

  1. Non ho visto il film, ma credo che Pioggia di Novembre rielabori uno spunto di The Shrouds di David Cronenberg. Dei tre disegnatori conosco solo Cardoselli e confesso di essere curioso della sua interpretazione di DyD. Il Color Fest, mi pare, è rimasto un punto di sperimentazione, ogni tot numeri alternati ad altri più "tradizionali", un luogo dove non dispero di vedere prima o poi Letizia Cadonici, Alessandro Baronciani, Francesco Prenzy Chiappara, Vanessa Cardinali, Rachele Morris, Marcella Onzo, Claudia "Nuke" Razzoli, to name a few. Ciao ciao

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  2. Hai ragione naturalmente. Mi hai sbloccato un ricordo, come dicono i giovani non tanto giovani: undici minuti di canzone, così lunga che in radio non passava mai l'assolo di chitarra finale. Erano anni in cui le canzoni duravano più di tre minuti ed i film 90 minuti, oggi le canzoni hanno durata radiofonica ed i film superano le due e mezza quasi sempre...ciao ciao

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