mercoledì 21 novembre 2018

Intervista a Umberto Pignatelli

Luca Lorenzon (LL):  Puoi presentarti brevemente?

Umberto Pignatelli (UP): Ciao, sono Umberto Pignatelli e collaboro con GG Studio, ora Space Orange. Scrivo libri-gioco ma anche molti giochi di ruolo. Faccio questo lavoro dal 2008, scrivo prevalentemente in inglese, per editori esteri.

LL: Qui a Lucca presenti qualcosa in particolare?

UP: Presento il terzo librogame della serie di Kata Kumbas: La Magia della Baldera. È appunto il terzo e chiude una trilogia, ma non si sa ancora se sarà l’ultimo o no. Si capirà entro l’anno prossimo se continuare o no con la saga. In questo episodio il protagonista Ugger, il Cavaliere della Porta, se ne torna per un’altra volta su Laìtia [ambientazione del gioco di ruolo Kata Kumbas: è un’Italia medievale trasfigurata, ndr], questa volta non tanto per salvare il ducato di Torviero quanto per salvare il suo mentore, il mago Maugrigio.

LL: Nel mondo di Kata Kumbas tutte le città e le regioni sono anagrammi di quelli veri, più o meno corretti: Torviero è Orvieto, giusto?

UP: Esatto. La storia ruota attorno alla Baldera, ovvero alla persona fittizia di Francesca Baerald che è l’illustratrice della serie di Kata Kumbas, sia dei librogame che del materiale per giochi di ruolo [quelli editi per il sistema di gioco Savage Worlds, ndr], ma è anche un personaggio del libro: lei è la cartografa dell’imperatore di Maro.

LL: E Maro in Kata Kumbas è Roma.

UP: Sì. Lei è la persona che fornisce i magici disegni al mago Maugrigio che sono gli stessi disegni che si trovano nei libri. In questo terzo volume si scopre che tutti i disegni precedenti che lei ha dato al mago in realtà non glieli ha mai dati di sua volontà, ma sono sempre stati rubati dal mago.

LL: Hai fatto un bello spoiler!

UP: Nessun problema: il libro comincia proprio così. Lui quindi va a cercare di rubare questo nuovo set di disegni per il terzo libro (cioè per la terza chiamata di Ugger in questo mondo) ma scopre che questa volta c’è una trappola e finisce lui stesso all’interno del disegno. Il disegno però non è stato ancora chinato e incomincia a decomporsi lentamente. Quindi i due altri soci di Ugger in questo storia, ovvero la principessa Fiordalisa e il capo delle guardie Imperius, lo chiamano nuovamente su Laìtia in modo che trovi la Baldera e la convinca a fare uscire il mago dal libro. Solo che la storia da questo punto in poi si complica in maniera enorme e si scopre che in realtà la trappola era stata messa per un altro personaggio.
Anche in questo libro c’è il meccanismo delle immagini-enigma che abbiamo introdotto sin dall’inizio della serie.

LL: Spieghiamolo per chi non avesse familiarità col genere: nei libri ci sono delle illustrazioni a tutta pagina (ma anche non necessariamente a tutta pagina) in cui sono nascosti dei numeri e i numeri corrispondono al paragrafo a cui il lettore/giocatore può accedere utilizzando appunto quel numero.

UP: Sì, oppure sono anche degli enigmi sempre su base numerica, che si basano su altre operazioni come contare degli oggetti.
Ora, la cosa che si aggiunge in questo terzo libro sono i vari travestimenti, ovverosia in più punti il nostro Ugger ha la possibilità di trovare questi travestimenti e di usarli nel corso del gioco andando a fare delle cose specifiche.
Un altro fattore diverso sono le storie parallele, ovvero il fatto che c’è sia la storia principale che le storie di altri personaggi che vanno a incrociarsi in più punti della narrazione. Ognuno di questi incontri (o scontri) va a cambiare la storia di Ugger, ma anche di questi personaggi secondari e ci sono un paio di queste storie che, se mai faremo un quarto libro, a seconda di come sono state risolte in questo andranno a cambiare la relazione dei personaggi col protagonista: i personaggi saranno trovati nuovamente con un ruolo che cambia a seconda di cosa hai fatto tu nel libro precedente.
Un’altra cosa ancora: questa storia è in buona parte una storia di mare. C’è una parte abbastanza consistente del libro in cui si va ad esplorare un arcipelago di isole italiane. Ugger ha un equipaggio da gestire, ha una piccola nave da far muovere e c’è un meccanismo abbastanza semplice con cui gestire la nave e l’equipaggio. Il tutto sempre senza dadi.

LL: A livello stilistico ti ispiri ad alcuni autori di librogame in particolare?

UP: Assolutamente a H. B. Brennan. L’intera serie si ispira al suo stile, soprattutto per un fattore: la cosa che io ho sempre trovato che andasse ad appiattire il librogame come forma narrativa (se lo paragoni con il romanzo normale) è che hai sempre un solo personaggio, ovvero te stesso, e il libro è scritto sempre alla seconda persona singolare. Spesso, proprio per come sono fatti questi librogame, ci sono pochissimi dialoghi perché l’eroe è quasi sempre da solo, a parte nei momenti in cui interagisce con altri personaggi. Con la forma di Brennan invece c’è sempre una seconda voce narrante che ti fa da contraltare e tu stesso vai a dialogare col libro stesso e si crea quindi una struttura più vivace e più ritmata. Questo spiega anche come mai solitamente un librogame del Cavaliere della Porta è più lungo di un librogame normale: perché sotto alcuni punti di vista è più simile a un romanzo.
Questo libro ha 25 paragrafi in più rispetto al precedente, sono 525. Quindi questo significa che ora complessivamente per tutta la saga di Ugger abbiamo creato 1525 paragrafi, 48 immagini di dimensioni grosse, innumerevoli di dimensioni piccole, 4 mappe, le schede del personaggio… insomma è già diventato un lavoro notevole.

LL: Se siete arrivati al terzo libro immagino che sia un lavoro che vi ha ripagato a livello di vendite. Più in generale, secondo te c’è una rinascita del librogame oppure siete stati fortunati (o molto bravi) voi?

UP: Ovviamente io passo parlarti dal nostro punto di vista e di quello che vediamo noi come autori e casa editrice. I primi librogame “contemporanei” sono stati fatti proprio da noi e sono stati i tre scritti da Mauro Longo tra il 2015 e il 2016: la trilogia di Ultima Forsan. E quelli secondo me hanno dato un po’ il “la” a una serie di altre iniziative che sono partite più o meno in parallelo.
C’è comunque da considerare che altre case editrici hanno sempre continuato a pubblicare titoli storici, in particolare la Raven ha continuato a proporre la saga di Lupo Solitario e questo vuol dire che in realtà il librogame non è mai “morto”.
Sicuramente in questi ultimi anni c’è stata una spinta sempre più forte: in questa edizione di Lucca Comics & Games i nuovi librogame dovrebbero essere tra i 15 e i 18! Da piccole produzioni a produzioni più grandi, passando per le riedizioni; insomma tra tutti ce ne sono veramente tanti. Ci sono anche case editrici di un certo peso che si sono lanciate nel settore.

LL: Ad esempio?

UP: La Salani, l’Armenia, la stessa Mondadori. Secondo me qualcosa si sta muovendo. Se sia una cosa destinata a durare non lo so dire. Quello che posso dire è che con questo terzo episodio il Cavaliere si ferma per un anno ma non si fermano i nostri librogame, perché a partire da gennaio io e Francesca inizieremo a lavorare a un’altra serie di librogame (anche se è prematuro parlare di “un’altra serie”… per il momento uscirà il primo libro, poi vedremo!) che si baserà sempre sullo stesso format del Cavaliere, quindi con le immagini-enigma e con una versione leggermente diversa del Venture System. Sarà uno sviluppo e un miglioramento di quanto abbiamo fatto finora e uscirà direttamente in inglese. Stavolta sarà una storia di space romance che si ispira abbastanza vagamente ai romanzi della serie del Pianeta Tshai di Vance.

LL: Quindi nei progetti futuri non ci sono nuovi manuali di Kata Kumbas

UP: Il lavoro sul gioco di ruolo di Kata Kumbas è una cosa che va affrontata sempre con molta calma.

LL: Me ne sono accorto.

UP: Perché è un lavoro in cui devi sempre fare molta attenzione alle fonti che hai e a come le usi, in quanto si basa su un mondo preesistente e che richiede molta attenzione e cura del dettaglio. Quindi più di un lavoro all’anno nel mondo di Kata Kumbas non ci sentiamo di fare.

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