Umberto Pignatelli
(UP): Ciao, sono Umberto Pignatelli e collaboro con GG Studio, ora Space
Orange. Scrivo libri-gioco ma anche molti giochi di ruolo. Faccio questo lavoro
dal 2008, scrivo prevalentemente in inglese, per editori esteri.
LL: Qui a Lucca
presenti qualcosa in particolare?
UP: Presento il
terzo librogame della serie di Kata Kumbas: La
Magia della Baldera. È appunto il terzo e chiude una trilogia, ma non si sa
ancora se sarà l’ultimo o no. Si capirà entro l’anno prossimo se continuare o
no con la saga. In questo episodio il protagonista Ugger, il Cavaliere della
Porta, se ne torna per un’altra volta su Laìtia [ambientazione del gioco di
ruolo Kata Kumbas: è un’Italia
medievale trasfigurata, ndr], questa volta non tanto per salvare il ducato di
Torviero quanto per salvare il suo mentore, il mago Maugrigio.
LL: Nel mondo di
Kata Kumbas tutte le città e le regioni sono anagrammi di quelli veri, più o
meno corretti: Torviero è Orvieto, giusto?
UP: Esatto. La
storia ruota attorno alla Baldera, ovvero alla persona fittizia di Francesca
Baerald che è l’illustratrice della serie di Kata Kumbas, sia dei librogame che
del materiale per giochi di ruolo [quelli editi per il sistema di gioco Savage
Worlds, ndr], ma è anche un personaggio del libro: lei è la cartografa
dell’imperatore di Maro.
LL: E Maro in
Kata Kumbas è Roma.
UP: Sì. Lei è la
persona che fornisce i magici disegni al mago Maugrigio che sono gli stessi
disegni che si trovano nei libri. In questo terzo volume si scopre che tutti i
disegni precedenti che lei ha dato al mago in realtà non glieli ha mai dati di
sua volontà, ma sono sempre stati rubati dal mago.
LL: Hai fatto un
bello spoiler!
UP: Nessun
problema: il libro comincia proprio così. Lui quindi va a cercare di rubare
questo nuovo set di disegni per il terzo libro (cioè per la terza chiamata di
Ugger in questo mondo) ma scopre che questa volta c’è una trappola e finisce
lui stesso all’interno del disegno. Il disegno però non è stato ancora chinato
e incomincia a decomporsi lentamente. Quindi i due altri soci di Ugger in
questo storia, ovvero la principessa Fiordalisa e il capo delle guardie
Imperius, lo chiamano nuovamente su Laìtia in modo che trovi la Baldera e la
convinca a fare uscire il mago dal libro. Solo che la storia da questo punto in
poi si complica in maniera enorme e si scopre che in realtà la trappola era
stata messa per un altro personaggio.
Anche in questo
libro c’è il meccanismo delle immagini-enigma che abbiamo introdotto sin
dall’inizio della serie.
LL: Spieghiamolo
per chi non avesse familiarità col genere: nei libri ci sono delle
illustrazioni a tutta pagina (ma anche non necessariamente a tutta pagina) in
cui sono nascosti dei numeri e i numeri corrispondono al paragrafo a cui il
lettore/giocatore può accedere utilizzando appunto quel numero.
UP: Sì, oppure
sono anche degli enigmi sempre su base numerica, che si basano su altre
operazioni come contare degli oggetti.
Ora, la cosa che si aggiunge in questo terzo libro sono i
vari travestimenti, ovverosia in più punti il nostro Ugger ha la possibilità di
trovare questi travestimenti e di usarli nel corso del gioco andando a fare
delle cose specifiche.
Un altro fattore diverso sono le storie parallele, ovvero il
fatto che c’è sia la storia principale che le storie di altri personaggi che
vanno a incrociarsi in più punti della narrazione. Ognuno di questi incontri (o
scontri) va a cambiare la storia di Ugger, ma anche di questi personaggi
secondari e ci sono un paio di queste storie che, se mai faremo un quarto libro,
a seconda di come sono state risolte in questo andranno a cambiare la relazione
dei personaggi col protagonista: i personaggi saranno trovati nuovamente con un
ruolo che cambia a seconda di cosa hai fatto tu nel libro precedente.
Un’altra cosa ancora: questa storia è in buona parte una
storia di mare. C’è una parte abbastanza consistente del libro in cui si va ad
esplorare un arcipelago di isole italiane. Ugger ha un equipaggio da gestire,
ha una piccola nave da far muovere e c’è un meccanismo abbastanza semplice con
cui gestire la nave e l’equipaggio. Il tutto sempre senza dadi.
LL: A livello
stilistico ti ispiri ad alcuni autori di librogame in particolare?
UP: Assolutamente
a H. B. Brennan. L’intera serie si ispira al suo stile, soprattutto per un
fattore: la cosa che io ho sempre trovato che andasse ad appiattire il
librogame come forma narrativa (se lo paragoni con il romanzo normale) è che
hai sempre un solo personaggio, ovvero te stesso, e il libro è scritto sempre
alla seconda persona singolare. Spesso, proprio per come sono fatti questi
librogame, ci sono pochissimi dialoghi perché l’eroe è quasi sempre da solo, a
parte nei momenti in cui interagisce con altri personaggi. Con la forma di
Brennan invece c’è sempre una seconda voce narrante che ti fa da contraltare e
tu stesso vai a dialogare col libro stesso e si crea quindi una struttura più
vivace e più ritmata. Questo spiega anche come mai solitamente un librogame del
Cavaliere della Porta è più lungo di un librogame normale: perché sotto alcuni
punti di vista è più simile a un romanzo.
Questo libro ha 25 paragrafi in più rispetto al precedente,
sono 525. Quindi questo significa che ora complessivamente per tutta la saga di
Ugger abbiamo creato 1525 paragrafi, 48 immagini di dimensioni grosse,
innumerevoli di dimensioni piccole, 4 mappe, le schede del personaggio… insomma
è già diventato un lavoro notevole.
LL: Se siete
arrivati al terzo libro immagino che sia un lavoro che vi ha ripagato a livello
di vendite. Più in generale, secondo te c’è una rinascita del librogame oppure
siete stati fortunati (o molto bravi) voi?
UP: Ovviamente io
passo parlarti dal nostro punto di vista e di quello che vediamo noi come
autori e casa editrice. I primi librogame “contemporanei” sono stati fatti proprio
da noi e sono stati i tre scritti da Mauro Longo tra il 2015 e il 2016: la
trilogia di Ultima Forsan. E quelli
secondo me hanno dato un po’ il “la” a una serie di altre iniziative che sono
partite più o meno in parallelo.
C’è comunque da considerare che altre case editrici hanno
sempre continuato a pubblicare titoli storici, in particolare la Raven ha
continuato a proporre la saga di Lupo Solitario e questo vuol dire che in
realtà il librogame non è mai “morto”.
Sicuramente in questi ultimi anni c’è stata una spinta
sempre più forte: in questa edizione di Lucca Comics & Games i nuovi
librogame dovrebbero essere tra i 15 e i 18! Da piccole produzioni a produzioni
più grandi, passando per le riedizioni; insomma tra tutti ce ne sono veramente
tanti. Ci sono anche case editrici di un certo peso che si sono lanciate nel
settore.
LL: Ad esempio?
UP: La Salani,
l’Armenia, la stessa Mondadori. Secondo me qualcosa si sta muovendo. Se sia una
cosa destinata a durare non lo so dire. Quello che posso dire è che con questo
terzo episodio il Cavaliere si ferma per un anno ma non si fermano i nostri
librogame, perché a partire da gennaio io e Francesca inizieremo a lavorare a
un’altra serie di librogame (anche se è prematuro parlare di “un’altra serie”…
per il momento uscirà il primo libro, poi vedremo!) che si baserà sempre sullo
stesso format del Cavaliere, quindi con le immagini-enigma e con una versione
leggermente diversa del Venture System. Sarà uno sviluppo e un miglioramento di
quanto abbiamo fatto finora e uscirà direttamente in inglese. Stavolta sarà una
storia di space romance che si ispira
abbastanza vagamente ai romanzi della serie del Pianeta Tshai di Vance.
LL: Quindi nei
progetti futuri non ci sono nuovi manuali di Kata Kumbas…
UP: Il lavoro sul
gioco di ruolo di Kata Kumbas è una
cosa che va affrontata sempre con molta calma.
LL: Me ne sono
accorto.
UP: Perché è un
lavoro in cui devi sempre fare molta attenzione alle fonti che hai e a come le
usi, in quanto si basa su un mondo preesistente e che richiede molta attenzione
e cura del dettaglio. Quindi più di un lavoro all’anno nel mondo di Kata Kumbas
non ci sentiamo di fare.
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