Quinto volume della Serpieri
Collection e nono episodio della saga di Druuna, decimo se mettiamo nel conto
anche il numero 0 Anima.
Ritroviamo Druuna in Centro
America durante le fasi dell’insediamento dei Conquistadores: se il lettore è confuso da questo drastico cambio
di scenario la protagonista lo è altrettanto, visto che sembra essere appena
nata e ha solo una vaga memoria atavica di quello che la circonda. E infatti,
dopo una ventina di pagine in cui ci siamo affezionati a lei, scopriamo che non
è la vera Druuna, la quale si trova invece in una specie di Matrix da cui dovrà
uscire incontrando la sua clone e fondendosi con lei. Ma anche il mondo “reale”
non è altro che un’illusione, in cui esistono dei veri esseri umani ma anche
delle creature biomeccaniche che si spacciano per umani assumendone l’aspetto.
E forse c’è anche (o almeno c’è stata) una terza Druuna.
Eh, sì: l’onda lunga delle
disquisizioni su umano e sintetico cominciata con il terzo volume si riverbera
ancora dopo tutti questi anni, così come il balletto dell’identità vera o
presunta dei personaggi (collocabile a partire dal quarto episodio, Carnivora) continua a tenere banco nelle
trame di Eleuteri Serpieri. Non ho dubbi sul fatto che la storia sia stata
costruita con molta cura e che abbia una sua logica serrata, ma il ritmo
sincopato e la girandola di personaggi in scena non ne facilitano la
comprensione. E la distanza temporale tra un episodio e l’altro rende difficile
riallacciare i fili della saga nel suo complesso.
La lettura è comunque piacevole,
soprassedendo sugli errori sintattici nei balloon: Venuta dal Vento ha un marcato piglio avventuroso e curiosamente il
sesso è quasi del tutto assente, e in ogni caso mai esplicito. Esonerata dalle
sue performance abituali, Druuna si rivela una protagonista intraprendente e
spiritosa che riesce a dominare la scena senza bisogno di comprimari che le
diano la battuta, per quanto ce ne siano parecchi. La rimpatriata finale con
uno dei personaggi-cardine della saga è purtroppo solo il preludio al prossimo
volume, che chissà quando potremo leggere.
Sui disegni c’è poco da dire:
sono uno spettacolo. Non c’è traccia della lieve flessione qualitativa che
avevo riscontrato nel Tex di Eleuteri Serpieri,
qui indistinguibile dalle sue prove migliori e addirittura più efficace che in
altri capitoli della saga. Mi sembra però che la stampa non gli abbia reso
giustizia al 100%: siamo ben distanti dalle pixellature che per altri editori
sono la norma, però dei neri più marcati sarebbero probabilmente stati più
indicati per rendere i volumi degli originali. Niente di grave, comunque (tanto
più che in appendice c’è una generosa selezione di tavole riproposte in bianco
e nero): il vero difetto di questo volume è la punteggiatura bizzarra di molti
dialoghi.
Venuta dal Vento consta di 55 pagine di fumetto, integrate da un
sacco di materiale aggiuntivo: non tanto schizzi o studi ma vere e proprie
illustrazioni a colori, oltre alle tavole in bianco e nero (e col lettering
originale dell’autore) cui ho accennato sopra. Quindi in totale il volume, che
è un cartonato di grande formato stampato su carta patinata, tocca quota 96
pagine: è un mistero come Lo Scarabeo riesca a venderlo a soli 19,90 euro
(addirittura 18 in
fiera, indifferentemente se con la copertina normale o variant), forse il nome
dell’autore è talmente importante da garantire un quantitativo consistente di
vendite assicurate. Ma in fondo… fintantoché l’editore riesce a mantenere
questi prezzi, chi se ne frega del perché riesca a farlo.
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