C. B. Cebulski (CBC): Figurati che al mio incontro delle 11
di stamattina [l’incontro è avvenuto il 2 novembre, ndr] c’erano addirittura 110
persone con il portfolio da farmi vedere! Ovviamente visto che il tempo era
limitato ho potuto dare un’occhiata solo alla metà circa, e alcuni li ho più
intravisti che visti. Posso dirti però che 14 di loro lavoreranno per la
Marvel.
CZ: Mi sembra un
ottimo risultato. Tra le tue molte “scoperte” quale ti ha dato più
soddisfazione?
CBC: È difficile dire quale sia la
“scoperta” preferita, sarebbe come dire qual è il tuo figlio preferito! Ti
confesso però che ho una certa preferenza per Sara Pichelli. Non solo perché è
brava, ma anche perché si può dire che siamo cresciuti insieme visto che siamo
entrati in Marvel più o meno nello stesso periodo. E poi lei svolge anche un
ruolo molto importante perché oltre che disegnare fa anche da mentore per altri
artisti e a sua volta li aiuta a crescere.
CZ: Quale stile
bisogna avere per lavorare in Marvel? Ci sono dei modelli di riferimento,
magari di qualche autore famoso?
CBC: L’importante è lo storytelling, non
imitare uno stile. Devi essere leggibile e sapere raccontare bene.
CZ: I film e i
telefilm con protagonisti i personaggi Marvel sono stati utili a migliorare le
vendite dei fumetti?
CBC: Certo, le vendite hanno sicuramente
beneficiato del traino di film e serie tv.
CZ: Non so se
puoi parlarne, ma ho letto che la serie di Visione
in America è stata cancellata prima ancora di partire…
CBC: Ma è una
cosa che capita tutti i giorni, avevamo altri nuovi progetti per Visione e la
figlia Viv, non è detto che non torni. Pensiamo al caso di World War Hulk: avrebbe
dovuto uscire nel periodo della Civil War di Mark Millar, ma una guerra
bastava! WW Hulk venne pubblicata due anni dopo, ma alla fine vide la luce.
Posso anticipare che da febbraio ci saranno novità su Visione.
CZ: Tu sei sempre
in giro per convention a fare scouting…
CBC: Sono abituato a fare il globetrotter,
mia madre è svedese e da ragazzino passavo le estati in Europa, ho passato
molto tempo anche in Giappone. Questo mi ha permesso di lanciare uno sguardo
globale al fumetto mondiale ed europeo.
Stan Lee mostrava nei suoi fumetti il mondo “fuori dalla
finestra”, ma era la finestra del suo ufficio di New York. Adesso con questo
[indica lo smartphone, ndr] il tuo ufficio è dovunque e la finestra dà sul
mondo intero.
CZ: Puoi parlare
della tua esperienza in Giappone?
CBC: Ci vado abbastanza regolarmente. Poi per due anni ho lavorato a Marvel Asia in Cina per
esportare la Marvel in Oriente e creare una base di fan là. Ci siamo ispirati
ai sistemi produttivi e distributivi dei manga per penetrare quel mercato, e
tutto sommato non è che ci siano solo differenze tra comics e manga, ci sono
anche molte somiglianze, come l’attenzione per i personaggi: in fondo Peter
Parker “entra” nella maschera di Spider-man così come Shinji entra nel suo
E.V.A. E poi molti creatori asiatici vogliono lavorare per la Marvel.
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