domenica 11 novembre 2018

Il pesce di lana e altre storie abbastanza belle (alcune anche molto belle, non tante, solo alcune) di Maryjane J. Jayne

Titolo chilometrico e demenziale (lo stesso Faraci nell’intervista che mi ha concesso ha detto che è impossibile ricordarselo) che ben introduce il tono del libro. Faraci e Sio hanno confezionato l’antologia di un’autrice fittizia che in vita sua si è dedicata con alterni successi alle più svariate attività creative umane: ha scritto romanzi, ha composto poesie, ha realizzato opere teatrali, ha inventato barzellette sugli sceriffi, ha scritto lettere ai Presidenti degli Stati Uniti, ha depositato brevetti incredibili, ha disegnato mappe, ha intrapreso l’attività di neurochirurga dilettante e soprattutto ha creato un sacco di fumetti (oltretutto i fumetti li ha inventati lei).
Il libro si muove sul filo del nonsense più scatenato ma a volerla cercare si può trovare anche una certa continuity tra le varie attività della protagonista. Tra i pezzi più esilaranti ci sono le traduzioni delle sue liriche in inglese: «You scratch my please do» diventa ad esempio «Mi graffi la mia faccia». Da non perdersi la bibliografia parziale in appendice, che contiene ulteriori chicche.
Sio, celebre per i suoi disegni brutti, qui occasionalmente sfodera uno stile più professionale per meglio adattarsi alle opere più mature della Jayne.

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