Titolo chilometrico e demenziale
(lo stesso Faraci nell’intervista che mi ha concesso ha detto che è impossibile
ricordarselo) che ben introduce il tono del libro. Faraci e Sio hanno
confezionato l’antologia di un’autrice fittizia che in vita sua si è dedicata
con alterni successi alle più svariate attività creative umane: ha scritto
romanzi, ha composto poesie, ha realizzato opere teatrali, ha inventato
barzellette sugli sceriffi, ha scritto lettere ai Presidenti degli Stati Uniti,
ha depositato brevetti incredibili, ha disegnato mappe, ha intrapreso
l’attività di neurochirurga dilettante e soprattutto ha creato un sacco di
fumetti (oltretutto i fumetti li ha inventati lei).
Il libro si muove sul filo del
nonsense più scatenato ma a volerla cercare si può trovare anche una certa continuity tra le varie attività della
protagonista. Tra i pezzi più esilaranti ci sono le traduzioni delle sue
liriche in inglese: «You scratch my please do» diventa ad esempio «Mi graffi la
mia faccia». Da non perdersi la bibliografia parziale in appendice, che
contiene ulteriori chicche.
Sio, celebre per i suoi disegni
brutti, qui occasionalmente sfodera uno stile più professionale per meglio
adattarsi alle opere più mature della Jayne.
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