Raccolta di sei racconti che
ruotano attorno a Corto Maltese, Miraggi
di memoria riesce veramente a evocare lo spirito del personaggio e lo stile
del suo creatore. Sarebbe un po’ sterile soffermarsi in dettaglio su ognuno dei
sei “miraggi”, tanto più che ognuno presenta un groviglio di citazioni e
riferimenti (anche esterni all’opera di Pratt) in cui avrei difficoltà a
districarmi. Mi concedo solo il vezzo di segnalare che il racconto del Ruffiano
Malinconico di Arlt citato in Volver
è stato adattato a fumetti dallo stesso José Muñoz, cosa di cui sicuramente
Steiner era consapevole creando un simpatico cortocircuito metanarrativo.
Nel loro insieme, i sei racconti
danno una piacevole sensazione di progressiva rarefazione. Il primo, Un mare di note perdute, è narrato in
terza persona e Corto Maltese è il protagonista e ha un ruolo chiave
nell’aiutare un personaggio che si è rivolto a lui. Lo stile di Steiner è
diretto e molto evocativo (ma quante virgole tra soggetto e verbo… la Nuages
non poteva permettersi un correttore di bozze?) e già dalle prime righe io ho visto le prime strisce del Corto Maltese
“ripescato” da Pif dopo la Ballata
del Mare Salato. Lo scrupolo delle ricostruzioni storiche, la conseguente
curiosità verso i dettagli e gli episodi meno conosciuti, il gemmare spontaneo
di vicende parallele, la complessità e l’originalità dei personaggi e l’ironia
di Corto Maltese sono quanto di più prattiano si possa immaginare. E questa
impostazione verrà rispettata anche in seguito, pur se Steiner cambierà le
carte in tavola sin da subito.
Il secondo racconto, infatti, è
narrato in prima persona da Corto Maltese stesso, che è solo un testimone a cui
viene raccontata (tra le altre) la vicenda di Morgan Jones. Isole nere e Robart Kee daranno la parola ad altri due narratori, che ricostruiranno
parte della giovinezza di Corto Maltese senza farlo emergere come protagonista.
Ancora più drastico sarà il distacco da Corto Maltese negli ultimi due
racconti, ambientati in epoca contemporanea o comunque più vicina temporalmente
a noi (è un bello choc quando Tristam Bantam cita i Velvet Underground in Mare Verde): qui di Corto Maltese non
resta che il ricordo, o persino solo la mitologia familiare ne La Ruota delle Cose, a guidare i due
protagonisti.
José Muñoz ha illustrato da par
suo i racconti e un’appendice di 16 pagine raccoglie vari schizzi e disegni (c’è
anche una sequenza di Tango
ridisegnata) in cui sono presenti anche reinterpretazioni del Sergente Kirk e
del meno famoso Ray Kitt.
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