Alla fine non ho dovuto aspettare
poi tanto per leggere la seconda e conclusiva parte del dittico iniziato il numero scorso.
È mancato però inevitabilmente il pathos che ci sarebbe stato a leggere tutta
la vicenda di fila, anche se fortunatamente la Menhir ha messo un riassunto di
una pagina all’inizio – talmente pieno di errori grammaticali da pensare che
forse li hanno messi apposta.
Orso Gosi, fresco di plastica
facciale, è ospite delle disturbate zie mentre Corrado (fidanzato della
nipotina delle sorelle Gosi) indaga sulla sparizione del padre. Nel frattempo
Peg sta cercando di mettersi in contatto con un ex prete divenuto malfattore
(sono malizioso a ritenere sarcastica la scelta del nome Don Matteo?) che,
guarda caso, gestisce un’attività di escort con annessi ricatti in cui era
rimasto invischiato anche il padre di Corrado. Insomma, ancora una volta Peg si
trova coinvolto nelle vicende dei comprimari e sarà il suo intervento, anche
nelle veci de Il Morto, a risolvere la situazione. Anche se a dire il vero
stavolta buona parte del lavoro la fanno il caso, i beoni locali e i
carabinieri.
La storia è piacevole ma mette
forse un po’ troppa carne sul fuoco e gli avvenimenti si susseguono incalzanti
senza un attimo di pausa. Meglio così che aspettare altri due o tre mesi per
finire di leggere la storia, comunque. Le molte sequenze con la fitta nebbia
sono veramente suggestive.
Ai disegni il team
Conforti-Codina esegue il solito ottimo lavoro, stavolta mi sembra che per
l’inchiostrazione si sia scelto un tratto più netto e marcato, comunque
efficace: i personaggi sono sempre dinamici ed espressivi. Curiosamente c’è
stata qualche indecisione sui capelli di Corrado, ora biondo e ora moro.
In appendice c’è la storia breve Maria d’Avalos di Santo Sersale, che
rielabora con un certo brio una leggenda napoletana. I disegni sono ancora a
livello dilettantesco ma promettono bene.
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