È conclamato che agli autori di Sine Requie piaccia di più scrivere che
sviluppare il mondo che hanno creato, non a caso Leonardo Moretti scrive
regolarmente i racconti in appendice a Stirpe di Pesce. Approfondimenti e nuovi elementi ce ne
sono sempre, com’è fisiologico che sia, ma le parti narrative con stralci di
diari, testimonianze in punto di morte, deposizioni, diari scolastici (!) e
quant’altro hanno ormai abbondantemente superato il materiale descrittivo e
“giocabile”. Non è necessariamente un male, perché in tutti questi anni Cortini
e Moretti sono senz’altro maturati come scrittori, ma così un concetto che
potrebbe essere espresso chiaramente in poche righe di testo viene dilatato
anche a quattro pagine, oltretutto col dubbio che quello che abbiamo letto non
sia nemmeno pertinente ai segreti di Sine Requie venendo da un testimone forse
non attendibile, che occasionalmente offre le sue congetture su quello a cui ha
assistito ma nessuna garanzia che quello che dice rifletta veramente i
retroscena di questa affascinante ambientazione.
L’ultimo tomo, Regno delle Ombre, si presenta in
maniera piuttosto bizzarra: viene venduto incellofanato e con una fascetta
rossa a coprirne il “vero” titolo sia sulla copertina che sulla costa. Non
credo di fare nessuno spoiler (ormai Lucca è passata da due settimane) se
rivelo che si tratta di SS, dal nome dell’organizzazione
del IV Reich presa in esame. Data l’estrema popolarità di questo gioco di ruolo
dubito che si tratti di un mezzuccio per farsi della facile pubblicità, quanto
una misura necessaria per evitare fraintendimenti e polemiche e poter essere
pubblicizzato in più canali di vendita possibili. Tra l’altro questa fascia
rossa può tornare utile come segnalibro.
Il volume è organizzato con
teutonica razionalità, partendo dai rituali del gruppo, fondamentali per capire
alcune parti successive, ed esaminando via via ognuno dei 13 componenti della
società segreta Reich der Schatten – le SS in quanto tali sono ovviamente sin
troppo conosciute nel IV Reich. Incidentalmente, vengono trattati altri
argomenti correlati, come la tanatologia e la Scuola Himmler per la Razza
Eletta. In appendice c’è una ricchissima sezione (50 pagine su 160, ma alcune
sono fisiologicamente occupate dalle schede dei personaggi) che ospita tre
avventure.
dédicace di Yugin Maffioli |
I 13 componenti del Regno delle
Ombre sono un bel campionario di personalità interessanti e poteri originali.
Questo circolo esclusivo è composto solo da Morti di tipo Diabolicus o Inscius
e accanto allo stereotipo del gerarca nazista ci sono mistici buddisti, scienziati
pazzi, scienziati ancora più pazzi, tizi fusi con carri armati giganteschi e
teste di legno (in senso letterale) che si portano dietro la loro testa
originale in una scatola. Tutto materiale che si è già visto nei volumi
precedenti, in particolare ovviamente in IV
Reich, ma sicuramente vederli trattati con maggiore dettaglio e scrupolo da
entomologi fa un altro effetto. Ogni singolo membro viene comunque liquidato in
un paio di pagine o poco più, pagine che contengono oltretutto delle sezioni in
merito a “come sono visti da”, cioè stralci del pensiero degli altri membri
della società segreta: una cosa utile per creare l’atmosfera e capire i
rapporti tra i singoli personaggi, ma ancora una volta elemento narrativo e non
ludico. Le parti narrative poste in calce di ognuna delle descrizione arrivano
facilmente al doppio delle pagine dedicate ai singoli personaggi. L’introduzione
stessa del soggetto viene affidata alle sue stesse parole, talvolta un po’
ridondanti – ma nel caso di Otto Goddel è divertente vedere la discrepanza tra
quello che predica e quello che era in origine.
Credo che la curiosità maggiore
degli appassionati di Sine Requie si
concentri su Fremmen, ma ahinoi non ci viene svelato nulla in più del poco o
niente che già sappiamo (paradossalmente, Anno 0
riportava delle informazioni più interessanti e fresche su di lui). In compenso
la lunghissima (quattro pagine) testimonianza di un prete cattolico posta alla
fine della sua descrizione ci spiega quanto sia veramente il male incarnato.
Cosa questa che viene detta e ripetuta in tutti i volumi, per cui forse non era
poi così importante ribadirlo. Sempre che non mi sia perso io qualche
informazione fondamentale.
Tra le parti migliori segnalerei quelle
relative a Uelzen, in cui nei resoconti che ne parlano (dieci fottute pagine: è
un record!) si fa luce sul fatto che all’interno del castello si trova una
“Finestra che ride”, e viene offerta una teoria interessante sul Risveglio e
sulla probabile invasione da un mondo “oltre la Soglia”. Altre parti molto
belle sono quelle relative ai Bunkertor di Spitz: chissà quanto di quello che
viene scritto sarà effettivamente utile ai fini della comprensione del mondo,
ma comunque è una parte ben organizzata con trovate molto originali. Non
mancano citazioni più o meno dirette dal mondo lovecraftiano.
Le avventure conclusive sono
rispettivamente un remake di una pubblicata sul vecchio IV Reich (francamente non mi ero affatto accorto all’epoca che i
nomi dei png fossero parodistici, come ammettono gli autori nell’introduzione!),
una rappresentazione in prima persona della Sacra Caccia, che mi ha ricordato
la famosa avventura Wendigo visto che
potrebbe essere giocata anche ignorando le regole di Sine Requie, e un’incursione nella fase finale dell’addestramento
delle SS, quest’ultima esempio tipico dello stile one shot di Sine Requie: anche se sopravvivono, i
personaggi cosa potrebbero fare dopo? Tra l’altro questa avventura me ne ha
ricordata un’altra contenuta in Olocausto
di Terrore, che credo sia la stessa citata nell’avventura stessa che però
rimanda alla seconda edizione di IV Reich
(l’avranno ristampata in quella sede, immagino).
Non che serva il mio benestare
(quando sono andato allo stand Serpentarium poco dopo le 9 del 31 ottobre c’era
già la fila!), ma il volume è decisamente consigliato: è una lettura piacevole
e organizzata in maniera tale da scorrere rapida, è facilmente consultabile, le
sezioni sono pensate in maniera razionale e ci sono un sacco di belle
illustrazioni (quanto computer, però…). Rimane purtroppo il dubbio, anzi la
certezza, che tra cinquant’anni starò ancora qui a lamentarmi del fatto che gli
autori non abbiano ancora spiegato cosa diede origine al Risveglio e cosa si
trova “oltre la Soglia”.
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