Dave McKean (DM): Le Edizioni Inkiostro hanno pubblicato
un artbook, è una raccolta di materiale eterogeneo, quasi casuale, ma è una
cosa voluta: il titolo è Apophenia,
che in greco si può tradurre come “illusione di significato”. A seconda
dell’ordine in cui le immagini sono presentate possono creare un significato
piuttosto che un altro. Si tratta di cose poco viste, soprattutto in Italia.
CZ: Lei farà parte del progetto Sandman Universe?
DM: No. [il tono
secco della risposta fa ridere gli astanti, ndr]
Però sto facendo delle copertine nuove più simili a quelle
dei comic book normali, per riportare Sandman all’epoca in cui fu pubblicato.
CZ: L’arrivo di Sandman rivoluzionò il settore dei comic
book americani, e il suo influsso si fa sentire ancora oggi.
DM: Sì, certo,
erano poche le opere realizzate in quel modo all’epoca: non erano numerose ma
piantarono dei semi, che adesso sono ormai cresciuti rigogliosi. Moltissimi
fumetti non ci sarebbero stati senza Sandman.
CZ: Karen Berger viene ancora ricordata
per il suo coraggio e il suo intuito nel lanciare la linea Vertigo.
DM: Certo, dette
un’impostazione molto originale alla
DC Comics e incoraggiò molti nuovi autori (anche lei “piantava semi” tornando
al discorso di prima), ma non ci ho avuto molto a che fare perché era una
script editor, si occupa delle sceneggiature.
Agli inizi degli anni ’90 gli editor acquisirono più potere dicendo
la loro anche sulla parte grafica… e così me ne sono andato.
CZ: Cosa pensa
del fumetto contemporaneo?
DM: Attualmente il fumetto sta vivendo
un’Età dell’Oro, anche grazie al lavoro che facemmo noi a suo tempo, tanto per
tornare al discorso dei semi che sono maturati. Mi piacciono i fumetti molto
curati dal lato visuale ma che abbiano anche un buono script e storie che
parlano di vita vera, di quello attraverso cui passiamo tutti.
Mi piacciono le graphic novel che parlano di scienza, della
natura, di politica, di “come sono le cose”, libri scritti da scienziati che
spiegano come funzionano le cose.
Attualmente in Inghilterra ci sono degli editori
indipendenti straordinari.
CZ: Quali sono i
suoi strumenti preferiti? So che lei usa molto il computer.
DM: No, in realtà
i miei strumenti sono la matita, la carta e la gomma: il computer lo uso, ma
solo per controllare l’immagine e rifinire qualche dettaglio. Un’immagine digitale
mi trasmette una sensazione di “plastica”.
CZ: Tornerà a girare film o videoclip?
DM: Mi sono
divertito a farlo, ma l’ho anche trovato frustrante. Con una graphic novel
penso a una cosa e la metto subito su carta, il cinema richiede molto più tempo
e lavoro senza avere necessariamente il controllo su tutte le fasi della
realizzazione. No, dei film non mi interessa più molto. E poi il tipo di storie
che vorrei fare richiedono un certo budget che non sarebbe facile da trovare
per finanziare un film.
CZ: Cosa pensa
della Brexit, se può dircelo?
DM: Stavo
lavorando a Calegaro, la mia ultima
graphic novel; ero proprio nel mezzo della storia e non sapevo come sarebbe
finita: avevo previsto due finali, uno più positivo e l’altro negativo. Proprio
in quel momento è capitata questa Brexit e alla fine ho scelto il finale che mi
piaceva di meno, perché si adattava bene a quel momento. Trovo che la Brexit sia
una cosa stupida, dovuta all’egoismo e alla paura.
Bella intervista, grazie per averla condivisa.
RispondiEliminaTrasmetterò i complimenti a Claudio. Come al solito, la versione estesa con biografia e introduzione verrà messa on line su Fucine Mute.
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