mercoledì 21 novembre 2018

Daredevil 8: Un diavolo a San Francisco

L’alto livello qualitativo del Daredevil di Mark Waid non poteva durare in eterno e dopo alcune avvisaglie adesso siamo forse arrivati al capolinea. Non è che questo “nuovo” Daredevil, ennesima ripartenza dal numero 1, sia proprio brutto ma è indistinguibile da altri mille fumetti di supereroi uguali.
L’azione si sposta a San Francisco e i primi quattro capitoli dei sei qui raccolti sono un concentrato di azione e adrenalina. Si leggono tutti d’un fiato e la cosa in generale sarebbe pure un pregio, ma nei sette volumi precedenti Waid ci aveva abituato a ben altro. Non è che l’umorismo sbandierato da Simon Bisi nell’introduzione sia poi tanto presente e incisivo.
Daredevil, ormai universalmente conosciuto come Matt Murdock, aiuta il vicesindaco a liberare la figlia rapita, scoprendo che sotto c’è tutto un sottobosco di boss del crimine e vigilantes ingelositi dalla sua presenza nella loro città. Gli immancabili cliffhanger con cui si conclude ogni episodio vengono vanificati dall’incipit di quello successivo, in cui la minaccia viene ribaltata o ridimensionata: esattamente quello che fa Mark Millar, e non è un complimento. Oltretutto, Waid si sente in dovere come non mai di spiegare tramite la bocca di Daredevil perché faccia certe azioni e perché i suoi poteri non funzionino quando la storia necessita che non funzionino. E quasi ogni occasione è buona anche per ricordare come Daredevil ha ottenuto i suoi poteri, qualora ci fosse veramente un lettore che ha cominciato a comprare il fumetto proprio da quel numero senza sapere nulla del protagonista.
Anche i fotoreporter meritano un dito in più
Nel quinto capitolo viene fatta luce sulla vera sorte di Foggy Nelson, ufficialmente morto ma non di cancro come avrebbero lasciato immaginare gli episodi scorsi. L’episodio segue la traccia fracassona dei precedenti ma è un po’ confuso, io almeno non ho ben capito fin dove Daredevil fosse responsabile o meno del finto (finto?) attacco dell’Uomo Rana e del coinvolgimento di Ant-Man. I disegni di Chris Samnee non sono certo brutti, ma il suo stile sintetico e cartoon non aiuta certo a risollevare il tutto.
In appendice viene presentato un numero “0.1” extralarge di ben 42 pagine, uno sfoggio di cultura Marvel che viene risolto in maniera un po’ bislacca. Qui almeno c’è un po’ di umorismo e il lettore viene agganciato dal mistero iniziale, ma non si va oltre la solita storiellina di supereroi scritta con mestiere. Ai disegni Peter Krause, più che dignitoso anche se un po’ discontinuo: nelle sue tavole convivono dei bei primi piani molto intensi e anatomie ipertrofiche. I colori sono stati realizzati rispettivamente da Javier Rodriguez e John Kalisz.
Siamo insomma piuttosto distanti dalla qualità del primo volume e di molti dei successivi, ma ormai resto a bordo finché dura la collana, magari coi prossimi episodi decolla di nuovo.
Il volume costa 16 euro, prezzo giustificato dalla foliazione più corposa dovuta non solo alla durata dello 0.1 ma anche alle variant cover in appendice e disseminate tra i capitoli.

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