L’alto livello qualitativo del Daredevil di Mark Waid non poteva durare
in eterno e dopo alcune avvisaglie
adesso siamo forse arrivati al capolinea. Non è che questo “nuovo” Daredevil,
ennesima ripartenza dal numero 1, sia proprio brutto ma è indistinguibile da
altri mille fumetti di supereroi uguali.
L’azione si sposta a San
Francisco e i primi quattro capitoli dei sei qui raccolti sono un concentrato
di azione e adrenalina. Si leggono tutti d’un fiato e la cosa in generale
sarebbe pure un pregio, ma nei sette volumi precedenti Waid ci aveva abituato a
ben altro. Non è che l’umorismo sbandierato da Simon Bisi nell’introduzione sia
poi tanto presente e incisivo.
Daredevil, ormai universalmente
conosciuto come Matt Murdock, aiuta il vicesindaco a liberare la figlia rapita,
scoprendo che sotto c’è tutto un sottobosco di boss del crimine e vigilantes
ingelositi dalla sua presenza nella loro città. Gli immancabili cliffhanger con cui si conclude ogni
episodio vengono vanificati dall’incipit di quello successivo, in cui la
minaccia viene ribaltata o ridimensionata: esattamente quello che fa Mark
Millar, e non è un complimento. Oltretutto, Waid si sente in dovere come non
mai di spiegare tramite la bocca di Daredevil perché faccia certe azioni e
perché i suoi poteri non funzionino quando la storia necessita che non
funzionino. E quasi ogni occasione è buona anche per ricordare come Daredevil
ha ottenuto i suoi poteri, qualora ci fosse veramente un lettore che ha
cominciato a comprare il fumetto proprio da quel numero senza sapere nulla del protagonista.
Anche i fotoreporter meritano un dito in più |
Nel quinto capitolo viene fatta
luce sulla vera sorte di Foggy Nelson, ufficialmente morto ma non di cancro
come avrebbero lasciato immaginare gli episodi scorsi. L’episodio segue la
traccia fracassona dei precedenti ma è un po’ confuso, io almeno non ho ben
capito fin dove Daredevil fosse responsabile o meno del finto (finto?) attacco
dell’Uomo Rana e del coinvolgimento di Ant-Man. I disegni di Chris Samnee non
sono certo brutti, ma il suo stile sintetico e cartoon non aiuta certo a risollevare il tutto.
In appendice viene presentato un
numero “0.1”
extralarge di ben 42 pagine, uno sfoggio di cultura Marvel che viene risolto in
maniera un po’ bislacca. Qui almeno c’è un po’ di umorismo e il lettore viene
agganciato dal mistero iniziale, ma non si va oltre la solita storiellina di
supereroi scritta con mestiere. Ai disegni Peter Krause, più che dignitoso
anche se un po’ discontinuo: nelle sue tavole convivono dei bei primi piani
molto intensi e anatomie ipertrofiche. I colori sono stati realizzati rispettivamente
da Javier Rodriguez e John Kalisz.
Siamo insomma piuttosto distanti
dalla qualità del primo volume
e di molti dei successivi, ma ormai resto a bordo finché dura la collana,
magari coi prossimi episodi decolla di nuovo.
Il volume costa 16 euro, prezzo
giustificato dalla foliazione più corposa dovuta non solo alla durata dello 0.1
ma anche alle variant cover in appendice e disseminate tra i capitoli.
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