Dopo Sukkiarella Kasaobake mi fa la cortesia di pubblicare un
altro volumetto utile per i Fumettisti d’Invenzione.
Eighty Nine nasce come mascotte
del sito dell’autrice Lexy Mako nel 2012, ma si è poi sviluppato come fumetto
vero e proprio. La protagonista è un disegno realizzato dal misterioso
Disegnatore (un umano che però indossa fattezze stilizzate per interagire con
lei e con gli altri), che lo ha dotato di vita propria e di libero arbitrio.
Non lo ha fatto per nobili scopi, tutt’altro: Eighty Nine è una schiava che
deve realizzare fumetti su fumetti per conto del Disegnatore trovando quello
che gli porterà la gloria.
La bizzarra creatura (ha canini
acuminati, orecchie pelose e anche una coda, ma il tutto assemblato sul corpo
di una bella ragazza) viene confinata nel virtuale Mondo a Scarabocchi, in una
casa-prigione in cui molti dei mobili sono a loro volta senzienti.
La situazione di partenza è
simpaticamente folle, però Eighty Nine
in questo primo volume non decolla. Probabilmente l’autrice ha riciclato molte
cose che già si erano viste sul suo sito, con la conseguenza di affastellarle
senza un forte criterio narrativo alla base. Anche per questo le situazioni,
potenzialmente esplosive, tendono a dilungarsi o a risultare ripetitive.
Inoltre non mi sembra che il fumetto benefici della sottotrama virata sul
mistero che caratterizza il rapporto tra la protagonista e il Disegnatore, e
tutte le spiegazioni sulla sua vera natura rallentano drasticamente il ritmo
della storia. Il terzo capitolo, dal tono realistico e drammatico che sfocia quasi
nell’horror, rappresenta poi una sterzata troppo brusca nell’atmosfera generale
del fumetto, che io avrei preferito di gran lunga se fosse stato umoristico tout-court.
Ciò detto, Eighty Nine è un fumetto piacevole che sa strappare qualche
sorriso, oltretutto disegnato molto bene e stampato in maniera impeccabile.
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