Tra le commissioni che ho dovuto
portare a termine quest’anno la più gravosa è stata senz’altro quella relativa
all’Associazione La Nona Arte, per cui a fronte del versamento della quota
associativa per conto di un mio amico avrei dovuto procurargli una dédicace di Jordi Bernet.
I 65 euro della quota prevedono
però oltre alla tessera anche l’omaggio di due numeri della rivista edita
dall’associazione e la consegna di ben due portfolio – uno dedicato a Bernet,
ovviamente. Il bottino è quindi veramente appetitoso e vale abbondantemente la
spesa, ma girare sin dal primo mattino di mercoledì 1 per Lucca con quel peso
non è stato un buon viatico per la manifestazione, tanto più che le peripezie
per farmi fare quella benedetta dédicace
mi sono valse il soprannome de “Il Trombato” presso lo stand La Nona Arte. Le
prime due volte sono arrivato quando gli slot disponibili erano già esauriti,
la terza volta Bernet era bloccato nel traffico di Firenze e non si è
presentato e così solo sabato mattina sono riuscito a ottenere la dédicace. A onor del vero, lo staff di
La Nona Arte si è dimostrato molto comprensivo con me e al momento opportuno mi
tenuto il primo posto della lista beneficiando dell’appuntamento che avevo
preso tre giorni prima. Ma metterò anche questo sul conto del mio amico.
Tutto questo preambolo per
arrivare a dire che l’altro portfolio offerto da La Nona Arte è dedicato a tal
Giorgio Comolo, che ha realizzato una serie di undici lavori veramente molto
simpatici. In sostanza, lo snodo del suo lavoro è basato sulla
reinterpretazione di quadri celebri contaminati dalla presenza dei supereroi. E
così i supereroi e i villains della
Marvel (uniche eccezioni DC: il Batman-Giger e il Batman-Picasso) sono
diventati i protagonisti delle opere di Escher, Magritte, Dalì, ecc.
Come idea non è originalissima e
ricordo che le stesse case editrici statunitensi avevano realizzano delle
copertine con lo stesso spunto di base, ma Comolo ha condotto il gioco con
grande cura ed esiti per niente scontati, si veda in particolare il Capitan
America-Dalì. Il suo tratto è prettamente fumettistico: il passaggio a china è
bello ruspante senza perdersi in tratteggi o sfumature, mentre i colori sono
carichi e squillanti. In questo modo il gioco di trasfigurazione e omaggio si
fa più manifesto e, mi verrebbe da dire, onesto: non si limita a copiare quanto
creato in un altro contesto ma proprio a reinventarlo secondo i consolidati canoni
pop del genere.
Pur con la stessa dinamica alla
base, le tavole si lasciano guardare senza mai annoiare, provocando più di un
sorriso e anche una certa ammirazione nel vedere il Dottor Doom-David o il
Dottor Strange-Ernst. La dodicesima tavola è dedicata alle biografie degli
artisti e alla descrizione delle opere usate come ispirazione, senza nessuna
informazione su Comolo.
Come detto in apertura, il
portfolio è disponibile solo per i soci di La Nona Arte.
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