Luca Lorenzon (LL):
Banalmente vorrei partire chiedendoti quanto c’è di autobiografico nella serie
di Volt, visto che anche tu lavori in
una fumetteria nella vita reale e immagino che anche gli amici che compaiono
negli ultimi due numeri [i numeri 4 e 5, ndr] siano ispirati a persone
realmente esistenti.
Stefano Conte
“TheSparker” (SC TS): Sì, diciamo che la serie parte dai presupposti che si
sono creati nella mia vita reale, infatti ho iniziato con delle strisce che
raccontavano degli aneddoti che sono accaduti nel mio negozio. Dopodiché ho
sviluppato questi personaggi rendendoli chiaramente un po’ più “cartooneschi”,
quindi esagerando le loro caratteristiche.
Per quanto le storie siano fantasiose, comunque, partono
sempre da un presupposto reale, quello sì. Diciamo che parto da qualcosa che
appartiene al mio mondo e poi cerco di renderlo universale, in modo che la
gente possa identificarsi, insomma.
LL: Una cosa che
mi ha colpito di Volt è il tuo stile
molto pulito e rigoroso; quali tecniche utilizzi per disegnare?
SC TS: Ormai
lavoro principalmente in digitale, uso una Cintiq che mi risparmia tantissimo
lavoro. Poi cerco di disegnare come piace a me, ispirandomi ai fumetti che mi
piacerebbe leggere. Il disegno pulito, il personaggio semplice è quello che mi
ricorda di più il cartone animato (che è quello che effettivamente la gente nota
di più e poi ricorda), quindi direi che la semplicità è un punto di forza per
un fumetto.
LL: Ma la tua è
una semplicità elaborata, perché fai un grande lavoro sui retini, c’è tutto
quel lavoro sui dettagli… i personaggi sono espressivi nonostante come testa
abbiano delle “maschere” a volte fisse come una palla da biliardo o un robot
senza bocca…
SC TS: Sì, quella
è una bella sfida. Nel senso che mi piace dare espressività con il corpo quindi
anche nel caso di quei personaggi che tecnicamente non hanno un “volto” devi
trovare il modo per farli “comunicare” perché “dicano” qualcosa. Quindi è molto
divertente farli muovere di conseguenza. Poi si spera che quello che nasce da
me arrivi effettivamente alla gente.
LL: Direi che è
una sfida vinta, perché secondo me
riesci a far recitare molto bene i tuoi personaggi.
E probabilmente non sono l’unico ad apprezzare la cosa
perché mi sembra che tu stia avendo molto successo anche con le sessioni di
dediche sempre piene in questi giorni. Che percezioni hai avuto sul successo
della serie, magari anche dalle persone che possono averti fatto avere un loro
commento?
SC TS: Posso
basarmi solo su quello che vedo, in effetti, perché in realtà non ho ancora dei
numeri effettivi …
LL: Comunque i
numeri non li diresti in ogni caso…
SC TS: Dalle
percezioni, dalle cose che vedo direi che mi rendo conto che Volt aveva bisogno di tempo per essere
apprezzato, perché ero conscio sin dall’inizio che avesse bisogno di qualche episodio
dove venivano presentati i personaggi, dove venivano presentate le
ambientazioni, infatti i primi tre numeri sono quasi dedicati ognuno a un
personaggio diverso.
Adesso con la seconda stagione sono più libero di raccontare
effettivamente quello che voglio perché il cast è completo.
LL: Bene, quindi
ci sarà una seconda stagione.
SC TS: Sì: è già
stata confermata e ci stiamo già lavorando. E speriamo che ce ne sia anche una
terza e una quarta e così via!
LL: Sicuramente
c’è stato un riscontro.
SC TS: Sì, soprattutto quello che si può notare è che c’è stata una crescita. Adesso non so ancora cosa succederà, ma sono contento di vedere che c’è una progressione in salita e non in discesa.
SC TS: Sì, soprattutto quello che si può notare è che c’è stata una crescita. Adesso non so ancora cosa succederà, ma sono contento di vedere che c’è una progressione in salita e non in discesa.
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