Il titolo è programmaticamente
fuorviante: il nuovo saggio di Giuseppe Peruzzo non si occupa in maniera
esclusiva delle “donnine” create da Magnus ma è in realtà un excursus sulla sua
carriera in cui alcune (parecchie) figure femminili da lui create vengono usate
come esempi delle fasi artistiche del Maestro.
Senza farsi imbrigliare da uno
scontato scrupolo cronologico (Peruzzo, per dire, comincia da Satanik) sfilano tutte le opere di
Magnus: maggiori, minori e perfino inedite o solo abbozzate. Il tutto scandito
da cenni sulla società e sull’editoria fumettistica italiane che maturavano
sullo sfondo e con un certo gusto per il recupero di curiosità e informazioni
poco note.
Non sono poche le uscite
illuminanti sulla produzione vastissima di un autore che pure negli ultimi anni
è stato ampiamente sviscerato (ad esempio sul fatto che Dennis Cobb prefigurasse già Alan
Ford) ma la vera chicca è rappresentata dalla riproduzione della lettera
che Magnus spedì a Peruzzo per ringraziarlo degli auguri di compleanno.
Curioso il sistema delle note,
che confesso di non aver mai visto prima e che permette all’autore di inserire
una discreta “nota fantasma” facilmente collocabile nel flusso del testo.
Il libricino è un brossurato in
formato orizzontale e sui motivi per cui sia stato scelto di mettere solo tre
disegni rimando all’intervista che Peruzzo mi ha concesso.
Oltre all’accurato lavoro di
ricerca che ha intrapreso Peruzzo e alla sua evidente passione per l’autore, Sataniche e incantate si segnala per la
splendida prosa che già aveva abbellito Saluti
da Angoulême e Persone di Nuvola,
a un tempo raffinatissima e divertente.
Peruzzo saprebbe rendere
appassionante anche la lettura di una disamina sulle Pagine Gialle, e proprio
questa sua grande padronanza del mezzo scritto rende più stridenti i (pochi)
refusi che affiorano qua e là.
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