La vita di Vladimir Il’ič Ul’janov
dal 1887 al 1924, praticamente senza didascalie che non siano brani delle opere
citate. Lo sceneggiatore Ozanam si concentra soprattutto sulle peregrinazioni
del giovane Lenin e alla Rivoluzione d’Ottobre viene dedicata una decina scarsa
di pagine, quasi un’appendice. Più che altro, viene seguito il protagonista nel
corso dei suoi esili per mezza Europa insieme alla compagna Nadežda Krupskaja e
viene dato molto risalto alla sua attività di fondatore di giornali.
Inevitabilmente la concentrazione
di quasi quarant’anni di vita e Storia in un classico albo di 46 tavole porta a
un fumetto frammentario ma che si legge speditamente e (senza dare alcuna
impressione di artificiosità) ci pensano i personaggi secondari a colmare le
lacune tra le singole parti con i dialoghi. Pur avendo dovuto rinunciare
programmaticamente ad alcune parti, l’equilibrio narrativo di Lenin è praticamente perfetto e le sequenze
più importanti vengono tutte presentate a dovere e col giusto rilievo, anche
ricorrendo a scene esemplificative (l’eliminazione del contestatore a pagina
33, ad esempio).
Ozanam insomma scrive un buon
fumetto, con il piacevole valore aggiunto che la citazione diretta di alcuni
testi sembra assumere dei contorni sarcastici (in particolare il discorso di
Stalin alla fine).
Buoni i disegni di Denis Rodier,
molto dinamici ed espressivi pur se talvolta gli sfondi non sono dettagliati
(ma il lavoro del colorista Walter sopperisce a questo aspetto e amalgama
benissimo il tutto).
La consulenza storica di
Marie-Pierre Rey segue curiosamente un percorso autonomo rispetto al fumetto:
non approfondisce come in altri volumi della collana alcuni episodi che non
sono stati raccontati, ma si concentra quasi esclusivamente sulla formazione
intellettuale e sulla filosofia di Lenin.
P. S.: segnalo una piccola svista
da parte della Mondadori: alle pagine 32 e 33 Lenin viene accolto a Pietrogrado
dalla folla che gli intona una canzone, ma questa è rimasta in francese nel
testo. Non credo che a Pietrogrado parlassero francese.
P. P. S.: avendolo già visto a
Lucca, mi sembrava strano (pur con il ritardo fisiologico nella distribuzione)
che Lenin non fosse già comparso
nell’edicola dove mi faccio mettere da parte Historica. Semplicemente, l’edicolante non si era accorto che gli
era arrivato, oltretutto con ben due copie, e per questo lo recensisco in
ritardo...
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