venerdì 10 novembre 2017

Lo Spirou di Émile Bravo - Spirou: Il Diario di un Ingenuo

Versione revisionista del classicissimo belga Spirou, secondo un’ottica postmoderna che tante altre operazioni analoghe ha creato, non solo nella BéDé.
È l’estate del 1939 e Spirou, orfanello in miseria, lavora come portiere al Moustic. In questo hotel sfilano alcuni personaggi interessanti, tra cui una coppia di vip (lei stilista, lui pugile) in cerca di intimità e un comitato di polacchi che cercano di negoziare con il nazista Von Glaubitz, regolarmente storpiato in “Zorglub” da Fantasio che cerca di coinvolgere l’appena conosciuto Spirou nei suoi piani da paparazzo.
Per quanto il sottotesto sia molto solido e ben costruito e per quanto l’umorismo (soprattutto quello metanarrativo) colpisca nel segno, non mi sembra che Il Diario di un Ingenuo sia alla fine nulla di eccezionale. Le varie sottotrame di detection non portano a nessun colpo di scena come mi sarei aspettato, e certi personaggi vengono presentati senza essere sviluppati troppo – il che può anche andare bene per una storia che non è solo umoristica ma anche spionistica.
Il nodo più interessante è la trovata di Spirou che permetterebbe di evitare la guerra, ma anche questa viene risolta in maniera lineare e senza particolari sorprese. Alla fine il beffardo epilogo di una sola tavola con Spip, scoiattolo goloso di cavi elettrici, offre l’unico vero scossone alla trama.
Ciò detto, Bravo scrive decisamente bene e oltre che il citazionismo e le metafore (i ragazzini litigiosi per cui Spirou fa da arbitro) sa usare molto bene il ritmo della storia, che evidentemente è stato impostato sulla lunghezza di una tavola per volta nella prepubblicazione originale.
Graficamente il risultato non è molto convincente non tanto per l’abilità di Bravo quanto per le sue scelte stilistiche e i limiti delle impostazioni cartotecniche. Bravo ha infatti disegnato il fumetto con qualche medium assai grasso e pastoso (carboncino, sanguigna o una cosa così), rendendo i contorni per nulla definiti. I colori piuttosto scuri di Delphine Chedru avrebbero necessitato di una carta patinata per risaltare a dovere, o perlomeno non parzialmente ruvida come quella impiegata. Inoltre, come ogni tanto succede con le nuove tecnologie digitali, le pagine sono talvolta stampate con quegli strani fuori registro per cui accanto al tratto nero rimane la sua “ombra” bianca. Ci sono anche due balloon invertiti a pagina 10, peccato.
Andrea Rivi di Nona Arte mi ha detto che anni fa questo Spirou era già stato pubblicato in Italia dalla Planeta DeAgostini a metà del prezzo attuale; sarei curioso di vedere la resa di quella versione, che come tanti prodotti della gloriosa Planeta uscì quasi clandestinamente. Sempre Rivi mi ha detto che Bravo ha in programma un ulteriore episodio del “suo” Spirou, che dovrebbe contare ben 200 tavole! Per ulteriori dettagli rimando all’intervista che mi ha concesso.

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