Versione revisionista del
classicissimo belga Spirou, secondo
un’ottica postmoderna che tante altre operazioni analoghe ha creato, non solo
nella BéDé.
È l’estate del 1939 e Spirou,
orfanello in miseria, lavora come portiere al Moustic. In questo hotel sfilano
alcuni personaggi interessanti, tra cui una coppia di vip (lei stilista, lui
pugile) in cerca di intimità e un comitato di polacchi che cercano di negoziare
con il nazista Von Glaubitz, regolarmente storpiato in “Zorglub” da Fantasio
che cerca di coinvolgere l’appena conosciuto Spirou nei suoi piani da paparazzo.
Per quanto il sottotesto sia
molto solido e ben costruito e per quanto l’umorismo (soprattutto quello
metanarrativo) colpisca nel segno, non mi sembra che Il Diario di un Ingenuo sia alla fine nulla di eccezionale. Le
varie sottotrame di detection non
portano a nessun colpo di scena come mi sarei aspettato, e certi personaggi
vengono presentati senza essere sviluppati troppo – il che può anche andare
bene per una storia che non è solo umoristica ma anche spionistica.
Il nodo più interessante è la
trovata di Spirou che permetterebbe di evitare la guerra, ma anche questa viene
risolta in maniera lineare e senza particolari sorprese. Alla fine il beffardo
epilogo di una sola tavola con Spip, scoiattolo goloso di cavi elettrici, offre
l’unico vero scossone alla trama.
Ciò detto, Bravo scrive
decisamente bene e oltre che il citazionismo e le metafore (i ragazzini
litigiosi per cui Spirou fa da arbitro) sa usare molto bene il ritmo della
storia, che evidentemente è stato impostato sulla lunghezza di una tavola per
volta nella prepubblicazione originale.
Graficamente il risultato non è
molto convincente non tanto per l’abilità di Bravo quanto per le sue scelte
stilistiche e i limiti delle impostazioni cartotecniche. Bravo ha infatti
disegnato il fumetto con qualche medium assai grasso e pastoso (carboncino,
sanguigna o una cosa così), rendendo i contorni per nulla definiti. I colori
piuttosto scuri di Delphine Chedru avrebbero necessitato di una carta patinata
per risaltare a dovere, o perlomeno non parzialmente ruvida come quella
impiegata. Inoltre, come ogni tanto succede con le nuove tecnologie digitali,
le pagine sono talvolta stampate con quegli strani fuori registro per cui
accanto al tratto nero rimane la sua “ombra” bianca. Ci sono anche due balloon
invertiti a pagina 10, peccato.
Andrea Rivi di Nona Arte mi ha
detto che anni fa questo Spirou era
già stato pubblicato in Italia dalla Planeta DeAgostini a metà del prezzo
attuale; sarei curioso di vedere la resa di quella versione, che come tanti
prodotti della gloriosa Planeta uscì quasi clandestinamente. Sempre Rivi mi ha
detto che Bravo ha in programma un ulteriore episodio del “suo” Spirou, che dovrebbe contare ben 200
tavole! Per ulteriori dettagli rimando all’intervista che mi ha concesso.
Nessun commento:
Posta un commento