sabato 10 novembre 2018

Anser 1: Il Caporalissimo e I supereroi ingiustamente misconosciuti

Quest'anno allo stand Q Press ho esordito dicendo a Giuseppe Peruzzo che con ogni probabilità avrei stroncato Anser, perché sicuramente era impossibile che il Peruzzo sceneggiatore fosse anche lontanamente valido come il Peruzzo saggista e critico. A conti fatti, però, non ci sono le basi per una critica negativa, ma d'altra parte nemmeno per una positiva: Il Caporalissimo costituisce infatti solo il preambolo di una storia più complessa e articolata, di cui ha solo introdotto l'ambientazione e definito i confini e i toni in cui si muoverà la narrazione. Per cui è un po' presto per giudicarlo.
In un futuro post-apocalittico gli uccelli hanno soppiantato gli umani. Anser e la sua famiglia (suo padre e suo figlio) si muovono in questo scenario desertico cercando di sopravvivere, magari raggranellando un po' di Gymus, sostanza prelibata e rarissima. Nel loro girovagare se la devono vedere contro i cingomacellatori, mezzi cingolati mortiferi che catturano le prede aviarie e le spiumano seduta stante risputandole poco dopo come pasti preconfezionati pronti all'uso nella comoda vaschetta.
Ma soprattutto Anser & co. faranno la conoscenza in questo primo episodio di un manipolo di polli soldati, patologicamente attratti dalla gerarchia piuttosto che dalla disciplina. E nelle ultime pagine il narratore della vicenda, il padre di Anser, farà intravedere qualche indizio sulle ragioni che hanno spinto il mondo a questa deriva e sulla vera natura del Gymus. Anser non è quindi una storia fantascientifica interpretata da funny animals antropomorfi ma una favola satirica non priva di elementi avventurosi. Armin Barducci asseconda questa impostazione e produce delle tavole dal tratto morbido ed espressivo, arricchite da una mezzatinta che dona profondità e volumi.
Con buona pace dei miei propositi, la valutazione alla fine è positiva, in attesa di leggere il seguito sul prossimo volume che sarà giocoforza comprare.
I supereroi ingiustamente misconosciuti di Manu Larcenet è l'altro acquisto che ho fatto allo stand Q Press. Come intuibile dal titolo si tratta di una parodia dei supereroi che però non si concentra tanto sul genere (pur se ci sono comparsate di Batman e Iron Man) quanto su alcune realtà sociali molto più generali. Larcenet confeziona un fumetto che fa più sorridere che scompisciare dalle risate, anche perché riaffiora praticamente in ogni storia il suo malinconico cinismo. Probabilmente se i singoli episodi di cui è composto, dalla durata media di sei pagine, fossero stati più brevi ne avrebbero guadagnato in immediatezza e godibilità, pur se le storie con Combustion Man e Super Demenzial funzionano piuttosto bene anche così.

3 commenti:

  1. Ho apprezzato il Peruzzo sceneggiatore con Atrox, personaggio che ha all'attivo un po' più tavole di Anser il cui primo episodio ho letto poco tempo fa. Così come scrive i saggi Peruzzo sceneggia: senza una virgola che non sia stata studiata e messa lì con uno scopo preciso. Il problema è la lentezza con cui le storie vengono prodotte e pubblicate. Mentre Atrox si muove nell'Italia degli anni '60 che tutti conosciamo, in Anser c'è la voglia (potrei dire la necessità) del lettore di conoscere l'universo in cui si muovono i pennuti e l'attesa è esasperante!!

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    1. Certo che lo consiglio! Di Atrox sono usciti due libri del formato classico, come Anser, un numero zero più piccolo e un delizioso libretto in prosa con acrobazie linguistiche stupende. https://poplitefumetti.blogspot.com/2013/12/ultime-letture-diva-di-giuseppe-peruzzo.html

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