No, non uso il computer. Lavoro
con gli acquerelli oppure utilizzo una tecnica mista ma il computer non lo uso
per disegnare o colorare. Non disprezzo il mezzo in quanto tale, ma preferisco
affidarmi alle tecniche classiche. Il computer e la tecnologia in generale
vanno benissimo per la documentazione, per trovare i riferimenti giusti, ma io
uso tecniche classiche.
Certo che i suoi disegni sono spesso molto sfumati, il risultato è
molto realistico: allora usa forse l’aerografo?
No, nemmeno quello! Anche in
questo caso, non disprezzo il mezzo in sé ma non è quello che uso io.
Quando parla di mixed media,
cioè tecnica mista, a cosa fa riferimento? Usa acrilici, oli…
Certo, un po’ di tutto. Ovviamente
il discorso cambia a seconda del lavoro; alla base c’è sempre la matita. Tutto
dipende chiaramente dal tipo di effetto che voglio creare, dall’atmosfera che
deve evocare il disegno. Certe immagini o certe storie richiedono dei colori
più intensi, altre dei colori più tenui oppure dei chiaroscuri molto netti, dei
neri molto profondi. Per questo accanto (o al posto) dell’acquerello uso
acrilici, tempere, inchiostri di china…
Lasciami dire però che il vero
problema è la carta. La carta è molto importante e bisogna trovare quella adatta
che abbia la porosità giusta. È fondamentale perché il colore reagisca bene e
quindi per controllare le sfumature e la profondità.
Anche André Juillard ha sottolineato l’importanza di trovare la carta giusta
per poter lavorare, sia in bianco e nero che a colori.
Io ci metto settimane intere per
trovare la carta che mi serve. L’ultima volta l’ho trovata solo dopo un mese.
Anche il tipo di lavoro condiziona la tecnica che userà per
realizzarlo?
Torniamo al discorso che facevo
prima: per delle illustrazioni con un soggetto fiabesco va benissimo
l’acquerello, se però devo ad esempio lavorare su Batman allora devo usare
anche altri materiali: è un personaggio “forte” che richiede un altro
trattamento per sottolineare le sue caratteristiche.
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