lunedì 18 novembre 2019

Image 1, 2 e 4

Ah, che bello avere amici che devono liberare la casa delle vecchie riviste e le passano a me. Da quello che ricordo e dalla lettura delle riviste stesse, questa Image edita da Glittering Images/Stefano Piselli dovrebbe essere la versione professionale della fanzine omonima. A dispetto del titolo, l’attenzione non era posta esclusivamente alle immagini (fotografiche, dipinte, aerografate, ecc.) preferibilmente un po’ erotiche ma molto spazio era dedicato anche al cinema e al fumetto, con interessanti articoli di approfondimento.
Per l’epoca, la fine del 1983, il prezzo era spropositato, per quanto venisse dichiarato che la tiratura era limitata: 8.000 lire, quando la rivista Corto Maltese uscita praticamente in contemporanea ne costava 3.500, gli Albi di Frigidaire si vendevano a 4.000 lire e un albo bonelliano a 900. E il 4 di Image toccava quota 10.000 lire, forse già raggiunta con il numero precedente!
Il formato è extralarge, le pagine (patinate) sono 48 in bianco e nero più un inserto centrale in cartoncino inserito nella numerazione che presenta anche immagini a colori. Questo «magazzino di immagini e visioni» (i redattori erano ironici o pensavano veramente che “magazine” si traducesse così?) aveva la pessima abitudine di offrire scorci sommari di vari universi grafici senza preoccuparsi della loro completezza, così ad esempio venivano pubblicate, ridotte di formato e a 4 per pagina, solo alcune delle 24 tavole che componevano un fumetto di Tardi, oppure una selezione molto limitata di illustrazioni di Antonio Lopez. Sicuramente sarà stato anche un sistema per ovviare a problemi di diritti, ma tanta frammentarietà, non la stessa ma simile a quella che ho riscontrato nel più recente Linus, mi lascia sempre insoddisfatto. D’altra parte questi “assaggi” erano anche la caratteristica di un più noto prodotto Glittering Images, la rivista di lusso Diva.
Image vantava però anche dei fumetti completi, solitamente tratti dalle riviste della E. C. Comics degli anni ’50, e una parte redazionale molto curata, con (tra le altre cose) un’attenta panoramica sul fenomeno emergente della Linea Chiara e puntuali cronologie di film polizieschi e fantahorror di serie B. Peccato che nell’introduzione dei fumetti i redattori finissero quasi sempre per anticipare il finale! E francamente l’entusiasmo che dimostravano per Bernie Krigstein mi pare esagerato, soprattutto se pensiamo che nelle stesse pagine venivano ospitati lavori di Frank Frazetta e di Alex Toth.
Un bel tuffo negli opulenti anni ’80, quando non serviva il computer per inanellare refusi (e qui ce ne sono…), con punte di tenerezza e rabbia quando Andrea Pazienza nell’intervista sul numero 1 dice che Frigidaire avrebbe potuto avere più successo anche se con le sole 30.000 copie che vendeva riusciva comunque a vivacchiare…

4 commenti:

  1. Beh, Krigstein è venerato da un po' tutta l'intellighenzia del fumetto americano.

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    1. Uhm... Gli stessi che venerano Kirby e Ditko? Posso anche giustificarli: se non hanno conosciuto altro...

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