Seconda ricognizione sugli
acquisti Q Press di Lucca.
Il secondo episodio di Anser
vede la famigliola composta da padre, nonno e figlio gallinacci arrivare nei
pressi di un presidio di tacchini. Il Gymus modificato ha reso questi volatili
antropomorfi dei burocrati estremi, cosa che ha portato la loro società a una
stagnazione sonnolenta. Uno solo resiste a questo destino e spiega ad Hans i
retroscena della storia. Il secondo episodio di Anser inizia come una satira di costume, sfocia nella commedia ma
diventa presto un dramma kafkiano per poi concludersi in un finale esplosivo
con un’amara chiusura sarcastica. Le speranze di poter vedere un giorno il
seguito (Anser 2 è uscito nel 2014)
non sono poi così disperate: tra l’uscita del primo e del secondo sono
trascorsi sei anni. Sei anni in cui Armin Barducci è maturato tantissimo e ha
sviluppato uno stile più morbido e modulato (quindi più espressivo) che ben si
adatta a questa storia. E poi un terzo episodio, Leucò e i Cigni, è già in programma.
Un Becchino da Bambino a Torino è un prodotto meno canonico, quasi
un libro d’arte o comunque un esperimento editoriale non nuovo alle corde di
Giuseppe Peruzzo (vedi Partigiano di me
stesso e il recente Sfumature,
che non c’entrano niente con il Becchino
ma testimoniano l’eclettismo dell’autore/editore). Un po’ filastrocca e un po’
apologo, Bruno Munari ne sarebbe stato orgoglioso: stampato su carta
martellata, per godere del libro bisogna toccarlo, ruotarlo, avvicinarci lo
sguardo, lasciarsi trasportare dagli accostamenti di colore… Delizioso, anche
se temo che non conoscendo il poeta Nino Costa di cui viene citata una poesia non
abbia potuto godermelo al 100%.
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