Volume celebrativo del
sessantennale di Asterix, raccoglie 60
omaggi realizzati da 64 fumettisti. La corrispondenza tra numero di omaggi e
autori non è perfetta perché in alcuni casi sceneggiatore e disegnatore hanno
collaborato per realizzare un unico omaggio. La struttura standard, ma non è
una regola fissa, prevede la biografia e la bibliografia dell’autore sulla
pagina di sinistra, quasi sempre accompagnate da un intervento scritto su come
l’autore ha conosciuto Asterix,
mentre sulla pagina di destra c’è il suo elaborato. Oltre a vignette singole e
illustrazioni ci sono anche delle vere e proprie storie (brevi, ovviamente) a
fumetti.
Il libro è quindi un omaggio ad
Albert Uderzo e René Goscinny, ma è anche un catalogo di autori più o meno
giovani e famosi senza distinzioni di nazionalità. Se non stupisce la presenza
del celeberrimo Milo Manara (che tra l’altro ha realizzato un’illustrazione
stupenda), né quella del naturalizzato francese Juanjo Guarnido (con una storia
in due pagine!) desta un po’ di sorpresa vedere i lavori di autori operanti nei
comics come Ian Churchill, Charlie
Adlard, Terry Moore, Kaare Andrews e Frank Cho. Ma d’altra parte c’è persino un
autore coreano, il Kim Jung Gi già conosciuto in Francia per i suoi lavori con Morvan.
La parata di stili e di tipologie
di omaggio è molto variegata, tutto sommato assecondando la stessa varietà che
si trova negli albi di Asterix.
Frédéric Jannin ad esempio realizza una gustosa tavola sul politically correct, mentre la vignetta di Johan De Moor si lancia
in un appello ecologista non molto integrato col resto.
Capita di vedere all’opera dei
monumenti del fumetto franco-belga come Florence Cestac, François Boucq, Derib
e persino Peyo, che pur essendo morto nel 1992 è presente con la sua firma e il
suo stile grazie al lavoro del suo studio. È stato un piacere rivedere il
bravissimo Al Coutelis, che qui adotta uno stile umoristico, un disegnatore che
forse non ha avuto la fortuna che avrebbe meritato. Ed è anche interessante
vedere come i due elementi della proverbiale coppia Dupuy-Berberian (non più
coppia dal 2005) abbiano degli stili molto diversi. Accanto a delle sorprese,
come il rigoroso Ralph Meyer che si dimostra arguto umorista, non mancano però
alcune delusioni: Frank Margerin confeziona un’illustrazione elaborata ma
inchiostrata molto pesantemente (e in cui non c’è traccia del suo umorismo),
mentre Serge Clerc avrebbe potuto impegnarsi di più e realizzare qualcosa di meno
banale e più curato. Delude anche il grande Dany, non per la qualità del suo crossover
con Olivier Rameau ma perché è
stampato veramente male, evidentemente ha scansionato la sua tavola a una
risoluzione troppo bassa, o la nitidezza si è persa a causa della colorazione
al computer.
L’omaggio più efficace per
immediatezza e spontaneità è quello di Cosey – ma anche Bastien Vivès ha fatto
un buon lavoro in tal senso. Tra i tanti giovani autori qui presenti trovo
francamente difficile preferirne uno a un altro, intrisi come sono di ostentato
minimalismo.
Generazione Asterix si segnala per l’assenza di redazionali (giusto
qualche breve testo di raccordo illustrato con vignette di Uderzo) e
soprattutto perché gli artisti non sono presentati in ordine alfabetico, e non
c’è nemmeno un indice alla fine che permetta di risalire alla pagina in cui si
trova il contributo del singolo autore. Per ritrovare il proprio autore
preferito tocca quindi sfogliare nuovamente da capo tutto il volume oppure
affidarsi alla memoria. A suo modo ricorda l’ultima Lucca: uno cerca André
Juillard e non lo trova da nessuna parte.
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