Quasi emozionante questa raccolta
di avventure per i giochi di ruolo targati Serpentarium, che riporta alla
memoria i tempi gloriosi di Rune, Exc e di E. L. Avventura. Il fascicolo di 48 pagine su carta patinata è
interamente realizzato dagli autori di Sine
Requie, L’Ultima Torcia, ecc.
ovvero Leonardo Moretti e Matteo Cortini a cui si è aggiunto in tempi recenti Fabio
Passamonti. Ognuna delle sei avventure viene presentata con una grafica
personalizzata che immagino (non avendo tutti i giochi di ruolo in oggetto) rifletta
quella dei giochi per cui è ideata. Chiaramente l’occasione è servita anche da
viatico per pubblicizzare l’ultimo nato, il postatomico (ma ci sono pure gli
elfi!) L’Ultima Bomba uscito proprio
in occasione di Lucca.
Anche se apparentemente le avventure
non sono troppo complesse (dovendo presentare anche delle illustrazioni e delle
mappe a tutta pagina lo spazio per il testo non è tanto) la loro struttura più
narrativa che esplorativa dovrebbe permettere delle sessioni molto lunghe.
Inoltre anche chi non segue i prodotti Serpentarium potrà avere qualche ragione
per acquistare Serpentarium Nerdzine,
visto che le mappe e gli spunti possono venire riciclati in altri ambiti. Tra
tutte, l’avventura per Anime e Sangue
si segnala per originalità e follia. Ma anche quella per Alba di Cthulhu è decisamente particolare.
A integrare le avventure, oltre
ai redazionali di prammatica, ci sono la testimonianza di un organizzatore di
eventi live per Sine Requie e due
interviste a illustratori che collaborano ai prodotti Serpentarium: Alberto
Bontempi e Matteo Spirito.
Non viene indicata una
periodicità per la testata, che a questa prima uscita costa 9,95 €, ma immagino
che uscirà (sperando che esca ancora) in occasione delle principali fiere di
settore, cioè a Lucca e a Modena. L’impressione è che la Nerdzine sia stata confezionata con l’entusiasmo di una fanzine, ma
coi mezzi di una grossa casa editrice. Gli unici difetti che ho riscontrato in
questo primo numero, fatti salvi alcuni refusi fisiologici, sono il carattere
utilizzato per i redazionali (quello inelegante che imita una macchina per
scrivere) e una copertina più adatta a un catalogo che a una rivista. Anche
migliorare la carta della copertina (il fascicolo è un autocopertinato) non
sarebbe una cattiva idea.
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