A giudicare dalle prime pagine,
il titolo Apocalisse potrebbe essere
stato scelto come testimonianza della rassegnazione verso quello che il ricorso
al computer ha fatto al fumetto. A pagina 15 un errore di formattazione (o
quello che diavolo è) ha fatto debordare dalla sua didascalia un testo dal
carattere troppo grande, a pagina 17 il… boh, word processor?... ha scambiato
una virgola per un punto rendendo poco chiaro il testo, che di suo è oscuro ma
immagino non sgrammaticato. Per fortuna questi intoppi si concentrano solo
nelle primissime pagine del fumetto e comunque l’arte di Corrado Roi non ne
viene minimamente intaccata. Cioè, una volta che si fa l’occhio al lettering e
agli effettini aerografati di alcuni balloon.
Il fumetto, più racconto
illustrato che fumetto, è la trasposizione dell’opera omonima di Giovanni, che
potrebbe essere l’evangelista come un altro autore. Alfredo Castelli lascia
trasparire sia nell’introduzione che nell’appendice (entrambe molto ricche e
interessanti) quanto sia stato difficile adattare a fumetti un testo così
delirante, simbolico e ripetitivo, tanto da necessitare (come detto nell’incipit
che rimanda al testo originale) di tagliare e modificare qualcosa. Non che
importi molto, tutto sommato: questa Apocalisse
l’avrei presa principalmente per i disegni di Corrado Roi, che si annunciavano
splendidi. E splendidi lo sono davvero, anche oltre le aspettative. Il lavoro
di Roi è evocativo ed elaboratissimo, ma anche espressivo e persino più
narrativo del testo che illustra. Ma descriverlo è superfluo, va gustato in
prima persona. Segnalo solo la
particolare scelta di Roi di ricorrere a certi simboli essenziali. Quando si
parla di abiti, ad esempio, compaiono delle t-shirt stilizzate, così come le
stelle, che ricorrono molto spesso nell’Apocalisse,
sono rappresentate con la comune forma schematica a cinque punte, anche quando
sono calate in contesti realistici.
Dal punto di vista del testo, la
fedeltà è stata in realtà forse eccessiva, con tanto di ripetizioni nell’ultima
parte – sempre che il computer non c’abbia messo lo zampino pure lì. Come trip è un po’ pesantino, anche perché
inevitabilmente non può esserci corrispondenza tra i disegni e un testo che
parla di mostri con sette teste e dieci corna, impossibili da disegnare sulla base
di questa descrizione che sfida la logica. Nell’appendice Castelli paragona
appunto il lavoro di Giovanni a quello di Lovecraft. C’è quindi un’inevitabile
scollatura tra parte testuale e parte grafica, non potendo quest’ultima
assecondare degli elementi che per loro natura non possono avere una forma
definita. Roi ha provveduto non tanto a rendere in immagini certi passaggi
quanto a evocarne l’atmosfera, anche con il ricorso alle figure stilizzate che
ricordavo sopra. Sicuramente va riconosciuto a Castelli il merito di aver
tentato di movimentare un po’ la “narrazione” con degli inserti in cui Isaac
Newton, Aleister Crowley e Jorge Luis Borges (ognuno con l’assist di un altro
personaggio più o meno eccellente) parlano della loro esperienza con l’Apocalisse. Anche questo espediente,
però, finisce per sottolineare la scarsa forza narrativa di un testo che
nasceva con lo spirito del pamphlet e
non del racconto. Rassegnato davanti a questa constatazione, arrivo all’ultima
tavola, proprio dove Apocalisse è
diventato un vero fumetto, pensando che tutto sommato ho goduto degli splendidi
disegni di Roi, ancora più belli di quanto preventivato. E in definitiva era
proprio quello che volevo. Ed è lì, a metà dell’ultima tavola, che Castelli stupisce
con un colpo di scena geniale, assolutamente inaspettato e perfettamente congruente
con l’epoca e l’ambientazione della cornice. Un tocco di classe che ha riscattato
tutte le pesanti pagine precedenti e ha proiettato l’opera in un contesto inaspettato.
L’appendice l’ho letta con un sorriso sulle labbra.
Preso sabato in fumtteria, lo leggerò dopo gli acquisti di Lucca. Nell'intervista registrata nel padiglione Bonelli, Castelli dice che ha disseminato indizi che portano alla trovata finale.
RispondiEliminaAll'incontro su Martin Mystère aveva solo detto che c'era questo twist finale. Io di sicuro non ho colto gli indizi! :D
EliminaAnche se forse... quelle lettere e quei simboli che compaiono ogni tanto sullo sfondo...