Ero già pronto a scusarmi per il
colpevole ritardo con cui ne avrei parlato (venerdì mi sono scordato di andarlo
a prendere…) e invece l’edicolante mi ha detto che gli è arrivato solo oggi.
Adam e Convard si sono fatti
prendere ancora di più dalla fantasia rispetto al primo volume di questa
biografia, che già aveva le sue derive vagamente fantasy.
Stavolta, complice l’assenza di documentazione sulla permanenza di Marco Polo
in Cina, ci si mettono di mezzo persino dei ninja e il protagonista, agente segreto
per il Khan, si produce in prodezze quali ammazzare una tigre bianca quasi a
mani nude e travestirsi perfettamente da donna
per indagare senza destare sospetti. Inoltre anche questo volume comincia con
un flashback, come va di moda
oggigiorno, senza che ce ne sia un effettivo bisogno. E forse ci sarebbe voluta
qualche tavola in più rispetto alle canoniche 46 che compongono la parte a
fumetti per sviluppare compiutamente certi episodi, soprattutto nel finale. Nonostante
queste considerazioni, la seconda parte di Marco
Polo è una lettura piacevole, oltretutto molto ben coordinata con
l’appendice storiografica curata da Christian Clot che integra quanto letto nel
fumetto e giustifica la necessità di inventarsi qualcosa di avventuroso ma
credibile stante la reticenza di Marco Polo nel parlare della Cina e di se
stesso (e il suo sguardo da mercante più che da etnografo). Interessanti le
considerazioni sull’importanza strategica di Rustichello da Pisa per la
diffusione e la popolarità de Il Milione.
Fabio Bono, colorato da Dimitri
Fogolin, rende di più in queste ambientazioni che non in quelle di Darwin:
qui ci sono paesaggi e architetture molto variegati, una discreta parata di
animali esotici (ma quelli c’erano anche in Darwin,
in effetti) e spettacolari scene di battaglia.
Leggo sempre con molto piacere le tue ricche recensioni. Un gran bel lavoro da critico letterario. Complimenti.
RispondiEliminaBeh, grazie a te!
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