domenica 18 novembre 2018

Historica 73 - La Grande Guerra - 14-18 4: Armistizio

Sicuramente era già disponibile a Lucca (forse col disegnatore presente per le dédicaces), io l’ho preso solo al mio ritorno. Questo ultimo volume del tour de force in dieci episodi che dal 2014 al 2018 hanno ricostruito anno per anno con un secolo di differita le vicende della Grande Guerra è appassionante e si legge tutto d’un fiato, ma in questo caso non è necessariamente un pregio.
Siamo alle ultime fasi del conflitto (e anche un po’ dopo) e i singoli capitoli hanno una marcata impronta monografica: nel primo, La caverna del drago (giugno 1917), vengono illustrate le condizioni di vita nelle fattorie in cui venivano costretti a lavorare i prigionieri di guerra e viene impietosamente mostrata l’inadeguatezza dei graduati al fronte, in Sulla terra come in cielo (luglio 1918) sono di scena i piloti statunitensi e i guasti della dipendenza da cocaina mentre l’ultimo episodio, La luna in eredità (novembre 1918), verte sui danni che la guerra ha causato sulle menti e i corpi dei soldati anche dopo che è ufficialmente finita. Il tutto è ovviamente intrecciato con le storie di quei pochi poilus sopravvissuti degli otto che hanno cominciato questa traversata infernale.
Il fumetto, come dicevo, si legge rapidamente e con trasporto. Ciò è dovuto sicuramente alle situazioni avvincenti e ben ricostruite, ma purtroppo anche a una certa stringatezza da parte di Corbeyran, che non adotta molto spesso la struttura a quattro strisce tipica della BéDé e che addirittura, quasi avesse avuto voglia di finire il prima possibile, si affida a parecchie splash pages. La retorica antimilitarista è ovviamente sempre in primo piano, ma per quanto supportata da basi storiche precise risulta a volte un po’ forzata quando alcuni personaggi parlano con una cognizione di causa o una consapevolezza che sembrano estranee al loro ambiente di provenienza o alla loro cultura. In quest’ottica si inseriscono anche i destini tragici di quasi tutti gli otto protagonisti e delle loro donne, una scelta ben precisa dello sceneggiatore che però sfocia in un nichilismo disperato che, almeno nel mio caso, tende a spersonalizzare i protagonisti per ridurli a metafore esemplari, un campionario di casi clinici.
I disegni di Étienne Le Roux, pur tendenti al caricaturale, non sono male; non capisco però cosa ci abbia ravvisato Sergio Brancato di affine a Hergé e Floc’h: anche se i volti sono spesso stilizzati (vedi gli ovali giganteschi delle donne con gli occhietti che ci navigano dentro) il suo tratto è molto più dettagliato, “sporco” e realistico di quello della linea chiara. L’ordalia a cui apparentemente si è sottoposto (10 volumi alla francese in cinque anni!) è in realtà meno eroica di quello che può sembrare, visto che è stato supportato negli sfondi da Jérôme Brizard e Loïc Chevallier. Brizard ha curato anche i colori, poco coprenti ed efficaci nelle scene diurne e bene illuminate ma forse un pochino troppo lividi in quelle notturne. Belli gli acquerelli di Le Roux che affiorano qua e là in questi tre episodi, nella finzione opera di Momo.
14-18 avrebbe potuto essere il fumetto che mi avrebbe riappacificato col genere bellico, sin troppo presente per i miei gusti su Historica. Io stesso non mi capacitavo rileggendo le vecchie recensioni di quanto mi avesse coinvolto, e invece alla fine resta l’amaro in bocca. Non è stata affatto un’occasione sprecata e la saga rimane senz’altro un buon prodotto, ma viste le premesse e la cura profusa nel progetto avrei preferito un finale più corposo e un po’ meno scontato.

2 commenti:

  1. Non solo, a Lucca era già anche presente l'Historica di dicembre (La lama e la croce, di Casini).

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    1. In compenso il nuovo Historica Biografie non l'ho ancora trovato...

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