Librogame ambientato nel mondo di Brancalonia, per la precisione nella Piccadora ovvero la Calabria di questa Italia spaghetti fantasy. La trama è quella di un heist movie in cui il protagonista deve organizzare un furto bello grosso raccogliendo indizi, mezzi, fondi e complici. Il Manuale delle Giovani Canaglie non è solo il titolo del volume ma anche un elemento interno alla narrazione: si tratta infatti di un testo lasciato in eredità al protagonista dal suo mentore criminale, un sistema elegante per fare un po’ di infodumping e per fornire così dettagli sull’ambientazione qualora a interessarsene fosse anche un giocatore di ruolo di questa ambientazione.
L’obiettivo è un carico imponente di anduja (che dà il nome alla cittadina di Porto Anduja dove si svolge la storia) che in Brancalonia è un salume dalle proprietà magiche: la mercanzia è stata già rubata da altri ai legittimi proprietari e nascosta in un magazzino che il protagonista ha individuato. Il furto dovrà essere compiuto in tutta fretta entro una notte, prima che la notizia si sparga e a interessarsene siano gruppi e individui ben peggiori del nostro “eroe”.
L’elemento aleatorio è del tutto assente, non ci sono dadi da tirare ma sarà il leggiocatore a dover fare le scelte giuste e soprattutto a capire come gestire al meglio le sue risorse di Tempo, Segretezza e Fortuna che lentamente diminuiranno fino a esaurirsi con effetti deleteri. L’esperienza non si conclude qui ma è arricchita da una mappa da “navigare” (con tanto di luoghi nascosti), qualche enigma e la necessità di trovare dei Complici, uno dei quali non immediatamente dichiarato.
Per portare a compimento con successo il furto è necessaria una fuga finale via mare o via terra, e da quello che ho potuto sperimentare finora il secondo percorso è decisamente più complicato.
Il tono è quello ridanciano e parodistico di Brancalonia, con molti ammiccamenti e qualche anacronismo che aggiunge fascino al tutto. Un bardo di nome Nino Dungeon non lo avrei tollerato in un altro contesto. Cionondimeno Mauro Longo si è anche concesso qualche spazio in cui evocare la disperante miseria degli orfani, e non solo la loro, dei bassifondi.
La storia prevede una grande varietà di possibili finali e nonostante certe morti siano piuttosto cruente non mancano rare situazioni (una in particolare) in cui si “perde” ma tutto sommato ci si può ritenere soddisfatti. Un’appendice attribuisce un «distintivo» al leggiocatore a seconda di come abbia portato a termine la missione, fornendo così indizi su cos’altro poteva succedere nell’avventura e quindi spingendolo a riprovarla più volte per godersela fino in fondo.
A illustrare il librogame ci sono le matite di Fabio Porfidia già viste sui manuali di Brancalonia più qualche illustrazione di Lorenzo Nuti, altro habitué dell’ambientazione. La copertina è opera di Vittorio Santi e Massimo Malosso. Il tutto servito da una grafica molto curata ma per nulla invasiva.